Il tema della disforia di genere pone una serie di dubbi e di domande soprattutto per i genitori che si trovano ad affrontare il tema con bambini e bambine, ragazzi e ragazze molto giovani.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Angelica Irene Dragone, Psicologa Psicoterapeuta del Policentro Pediatrico e Donna di Milano di fare chiarezza e dare alcuni consigli per capire come affrontare in modo più consapevole questo argomento.
Tutto quello che è importante sapere
I punti chiave da approfondire sono:
- Cambiamento diagnostico
- Legame d’identità personale, di genere e sessuale
- Condizionamento familiare, tra pari, contesto socio-culturale e mediatico
- Sofferenza come per altri disturbi, ma con specificità
- Psicoterapia, come per tutti i disagi, ma con specificità e vivamente consigliata
Cosa significa “disforia di genere”
Nella versione più recente del manuale diagnostico la “Disforia di Genere” indica il desiderio intenso di appartenere o di essere dell’altro genere, una forte preferenza nell’indossare abiti e ruoli stereotipati usati dall’altro genere e il desiderio di acquisire un corpo in armonia con il genere esperito.
La sostituzione del termine “disturbo” con “disforia” sottolinea la dimensione del disagio soggettivo che deriva dall’incongruenza tra il genere esperito e il dato biologico, spostando la rilevanza da una sfera per lo più comportamentale, sessuale e patologica, ad una più ampia che coinvolge l’intera identità della persona. L’identità di genere definisce invece il modo in cui una persona si vede, come “maschio”, “femmina”, “transgender” o altro termine identificativo (“genderqueer”, non binario) come risultato di componenti biologiche, intrapsichiche, interpersonali, sociali e culturali.
Costruzione dell’identità di genere
Credo non si possa distinguere la costruzione dell’identità di genere da quella dell’identità personale. È un processo che si sviluppa durante l’arco di vita, intrecciandosi tra le relazioni primarie e quelle tra pari, all’interno di un contesto sociale e culturale e mediato da tutti i canali conoscitivi e comunicativi nei quali siamo immersi.
All’interno di questo percorso, il senso di continuità del nostro Sé è fondamentale. Vi sono molteplici i momenti, come ad esempio in adolescenza, ed esperienze che mettono in discussione, trasformano, confermano, superano pensieri ed emozioni precedentemente sentiti come nostri.
Il contesto sociale e mediatico che viviamo oggi offre da una parte ruoli e modelli diversi e fluidi di riferimento, ma può generare anche paura di esclusione o omologazione, stigmatizzazioni, l’angoscia di sentirsi costretti a scegliere un’identità sessuale e di genere, portando a vivere profonde sofferenze e a cercare una soluzione, come ad esempio, affrettare una transizione.
La disforia di genere può essere temporanea
Purtroppo, l’accesso a trattamenti ormonali non sempre è sostenuto da un supporto psicologico e questo comporta la possibilità di gravi cadute emotive da parte dei soggetti, che possono in futuro non essere in grado di rivedere e modificare queste scelte. La disforia di genere, specialmente negli adolescenti, spesso è temporanea e può essere causata da fattori psicologici in concomitanza con le pressioni socio-culturali, confermando che l’identità di genere è una costruzione in divenire e mutevole.
La psicoterapia è vivamente consigliata
Come per ogni sofferenza o disagio affrontare il proprio vissuto in psicoterapia può essere di grande aiuto. La relazione terapeutica sostiene un pensiero consapevole e l’integrazione dei vari aspetti del sé in modo più autentico, coinvolgendo a tutto tondo la propria soggettività, compreso i vari aspetti identitari (personali, sessuali o di genere).
È importante lavorare sulle emozioni, le difficoltà, l’ansia, le possibili conseguenze, come ritiro scolastico o sociale, o l’isolamento. L’attenzione a questo disagio e a questa sofferenza è, del resto, ciò a cui si fa attenzione quando ci si prende in carico un adolescente in difficoltà, mentre ciò che è specifico nella disforia di genere è la grande vulnerabilità data dall’incongruenza tra la loro percezione di sé e il loro corpo sessuato, che li espone, inermi, alla derisione, al bullismo e all’allontanamento scolastico e sociale, sia esterno che interno alla famiglia.
È fondamentale promuovere nell’adolescente l’accettazione dei suoi sentimenti e l’esplorazione serena e curiosa delle sue esperienze, aiutando la persona e il suo mondo a tollerare l’incertezza sullo sviluppo dell’identità di genere, attraverso una presenza attiva e non giudicante.
Leggi anche l’articolo 7 strategie per migliorare la comunicazione con bambini e ragazzi
0 commenti