Cosa sono i test di funzionalità respiratoria per bambini, quali sono e quando è consigliati farli? Abbiamo risposto a queste domande con il supporto degli esperti del Centro Medico Unisalus di Milano.
Test di funzionalità respiratorie: cosa sono?
I testi di funzionalità respiratoria valutano lo stato di salute delle vie respiratorie. Analizzano l’aria che entra e che esce dai polmoni del bambino durante l’attività respiratoria.
Tali analisi consentono al medico di individuare un’eventuale patologia polmonare, quale sia la sua entità e quali cure farmacologiche dovrebbe seguire il bambino.
I test rendono, dunque, possibile lo studio e il monitoraggio di patologie polmonari comuni nella prima infanzia. Patologie che possono essere di tipo chirurgico, di tipo cardiologico oppure di tipo otorinolaringoiatrico.
Sovente questi esami sono posti sotto forma di gioco ai bambini per agevolare la loro esecuzione.
Inoltre, il medico misura l’altezza del bambino. La grandezza dei polmoni, infatti, è correlata a quanto un individuo è alto. Infine, i risultati dell’esame vengono paragonati con gli esiti degli esami di altri bambini della stessa età, altezza e sesso del soggetto sottoposto all’esame.
Test di funzionalità respiratorie: sono utili?
Le prove di funzionalità respiratoria sono molto utili in quanto rendono possibile inquadrare la malattia respiratoria e vedere la sua evoluzione nel tempo.
Spesso i lattanti sviluppano problemi respiratori.
Pensiamo a neonati che contraggono infezioni respiratorie o che manifestano episodi di broncospasmo, a neonati prematuri che necessitano di uno strumento meccanico per la respirazione o di una prolungata somministrazione di ossigeno a causa di un non completo sviluppo del polmone. Oppure a neonati che sono affetti da ernia diaframmatica congenita e a neonati che nascono con uno stridore laringeo o con malformazioni vascolari che provocano compressioni dell’albero respiratorio.
Le prove funzionalità respiratoria sono, dunque, necessarie perché consentono di identificare la patologia, di monitorare la sua evoluzione e di capire quale sia la terapia migliore di breve o lungo periodo.
Cosa valutano i test di funzionalità respiratoria?
Le prove respiratorie misurano:
● quanta aria e con quale velocità questa entra ed esce dalle vie respiratorie
● quanta aria rimane dentro al polmone alla fine di ogni espirazione
● la frequenza del respiro
● la presenza di ostruzioni nelle vie aeree, sia primissime che profonde
Cosa scopriamo con i test di funzionalità respiratoria?
Questi esami valutano come funzionano i polmoni del bambino e lo sforzo respiratorio che impiega.
Il bambino inspira ed espira facilmente l’aria se le vie aeree sono libere.
Ma se così non è, significa che esiste un’ostruzione respiratoria o che i polmoni presentano un’anomalia strutturale congenita.
Primo test di funzionalità respiratoria: spirometria
La spirometria è l’esame più usato per valutare la funzionalità respiratoria.
Misura la quantità di aria che viene inspirata ed espirata dal bambino e a che velocità questa entra ed esce dall’apparato respiratorio.
Il bambino deve seguire le istruzioni che gli vengono date per sottoporsi all’esame. Solitamente già dai 3 anni è possibile raccogliere risultati spirometrici soddisfacenti e clinicamente attendibili.
Viene dato al bambino uno stringinaso da indossare. In questo modo si evita che respiri con il naso durante l’esame. Deve, poi, inspirare profondamente e poi soffiare fuori tutta l’aria in un boccaglio collegato a un computer. Questo misura la quantità di aria che esce e quanto velocemente ciò accade. Il procedimento viene ripetuto due volte per essere certi di ottenere dei risultati affidabili.
La prova dura circa 30 minuti.
A cosa serve la spirometria?
La spirometria viene effettuata per vari motivi:
● per misurare l’impatto di una patologia sulle funzioni respiratorie
● per distinguere le malattie respiratorie ostruttive (asma bronchiale e bronchiolite) dalle malattie respiratorie restrittive (fibrosi polmonari)
● per confermare la diagnosi di asma bronchiale
● per differenziare le ostruzioni centrali dalle periferiche
● per tenere monitorati l’efficacia della terapia, gli effetti collaterali di farmacoterapie e radioterapie che possono recare danno ai polmoni e l’andamento delle funzioni respiratorie nelle patologie polmonari croniche
● per tenere sotto controllo le funzionalità respiratorie in malattie sistemiche che possono comportare un coinvolgimento polmonare
Esistono controindicazioni all’esecuzione della spirometria?
È sconsigliato effettuare tale esame in caso di interventi chirurgici toraco-addominali recenti, patologie cardiovascolari, infezioni, emottisi e pneumotoraci. La realizzazione della spirometria può essere, inoltre, resa difficoltosa da disturbi neuropsichici.
Tecnica dell’oscillazione forzata (FOT)
La Tecnica dell’oscillazione forzata permette di analizzare le funzionalità respiratorie durante il respiro tranquillo. Questo vuol dire che, oltre a essere un esame non invasivo, non è richiesta grande collaborazione da parte del bambino.
I risultati del test danno informazioni sullo stato di salute del polmone.
Inoltre, questo esame consente la diagnosi precoce dell’asma bronchiale, patologia respiratoria più comune in età prescolare e giovanile. Per questo motivo, nel caso in cui un bambino di 5-6 anni sia affetto da episodi ricorrenti di tosse o affanno respiratorio, è suggerito effettuare il test della tecnica dell’oscillazione forzata.
Pletismografia
Si tratta sempre di un esame non invasivo.
Ricorriamo a questa tecnica per valutare le malattie polmonari ostruttive infantili.
Tale test, attraverso l’utilizzo del pletismografo corporeo, misura le resistenze delle vie respiratorie nel bambino.
A differenza della tecnica dell’oscillazione forzata, la pletismografia richiede una certa collaborazione da parte del bambino.
Test di broncodilatazione
Questo esame ultima la diagnosi quando si sospetta asma bronchiale.
Infatti, prova se l’ostruzione individuata dalla spirometria è reversibile dopo aver somministrato un farmaco broncodilatatore.
Quindi, se durante l’esame spirometrico viene rilevata un’ostruzione, al termine di questo primo test ne viene effettuato un secondo. Prima, però, viene somministrato al bambino un farmaco broncodilatatore. Dopo 15 minuti dall’assunzione, viene eseguita una second spirometria. I risultati del primo esame vengono paragonati con quelli del secondo per valutare se il farmaco ha migliorato le funzioni respiratorie del bambino.
Le prove respiratorie sono dolorose?
I test di funzionalità respiratoria sono esami non invasivi e non dolorosi.
I genitori possono assistere agli esami.
Anzi, è utile che partecipino attivamente allo svolgimento dei test così da tranquillizzare il bambino.
Prima dell’esecuzione del test il medico raccoglie informazioni come parametri di crescita e parametri auxologici (peso, altezza, circonferenza cranica e BMI) che possono aiutare nella diagnosi.
Questo articolo è stato scritto in collaborazione coi pediatri del Centro Medico Unisalus di Milano.
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