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Katia Ricciarelli è sicura: “Portate i vostri bambini a vedere l’Opera! L’ameranno”

da Lug 24, 2023Magazine approfondimenti

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Se chiedete a uno straniero di dirvi il nome di un cantante lirico italiano, sarà indeciso tra Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli. Ma se gli chiedete di indicarvi una donna, la risposta sarà senza esitazioni: Katia Ricciarelli.

L’artista  veneta, nata a Rovigo, è conosciuta in tutto il mondo per la sua arte e per il suo continuo lavoro in favore dei giovani che vogliono diventare cantanti lirici. In questi giorni il soprano si sposta tra Matera e Gravina di Puglia per il Festival Giovanile della Lirica, di cui è direttrice artistica (presidente il maestro Francesco Zingariello). Il festival è organizzato dall’Orchestra di Puglia e Basilicata. L’obiettivo è quello di avvicinare i giovani alla lirica, sia come artisti che come spettatori. Ricciarelli ha appena curato la regia del Don Giovanni di Mozart, e della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni.

katia ricciarelli

L’opera lirica è uno spettacolo da persone anziane, non va bene per i  bambini

Non è assolutamente vero! Anzi, è proprio da bambini che si impara ad amare questa forma d’arte. Io per esempio ho scoperto da bambina che mi piaceva cantare e che avevo una bella voce, oltre che a un orecchio musicale di buon livello. All’inizio mi nascondevo sugli alberi, tra le fronde, da sola, e cantavo lì, dove nessuno poteva sentirmi. Avevo otto anni. Poi se ne è accorta anche mia mamma e, con mille sacrifici, mi ha fatto studiare privatamente: fino a quando, a 17 anni, ho potuto iscrivermi al conservatorio di Venezia.

Ma non è uno spettacolo un po’ troppo pesante e spesso truculento?

Certo, infatti non ho mai detto che tutte le opere vadano bene per tutti i bambini di tutte le età. Otto anni è già un’età indicata per andare al Teatro dell’Opera con i genitori o con i  nonni. Ma bisogna scegliere con attenzione le opere!

Per esempio?

Ho scritto un libro proprio a questo scopo. Si intitola Vi canto una storia. L’opera raccontata ai ragazzi, per la casa editrice Il battello a vapore. In questo volumetto, scritto apposta in modo divertente e non impegnativo, racconto ai bambini e alle bambine sei opere liriche tra le più amate, che sono sicuramente adatte alla loro età. Si tratta di L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, Il flauto magico di Mozart, La Cenerentola di Gioachino Rossini, Falstaff di Giuseppe Verdi, Hänsel e Gretel di Engelbert Humperdinck. Ho cercato di trasformarle in vere e proprie fiabe, per fare scoprire ai più piccoli questo mondo meraviglioso fatto di musica, divertimento e magia.

Abbiamo bisogno che i bambini si avvicinino al melodramma già da quando hanno 8 anni, perché i bambini di questa età assorbono moltissimo e hanno una grandissima capacità di capire. Li vedo, i bambini, quando vengono all’opera per la prima volta. Si meravigliano di come possa uscire una voce così strana da un corpo umano normale; per le scenografie; le luci, gli effetti scenici. I bambini si meravigliano di tutto, assorbono tutto.

Saranno il nostro futuro: come cittadini e anche come spettatori dell’opera lirica. Oggi abbiamo un buco generazionale pazzesco, sia come interpreti che come spettatori. Se non si interviene oggi, non c’è futuro per questa forma di spettacolo che è autenticamente italiana. Giro il mondo, e ovunque vado trovo in cartellone un’opera lirica italiana. O anche più di una. L’opera lirica è il made in Italy assoluto

E come si fa?

 Lo scopo evidentemente è quello di creare una educazione e una sensibilità musicali, puntando sul divertimento, senza essere pesanti e senza proporre subito ai bambini tematiche scabrose. Poi quando saranno più grandicelli, diciamo dai 15 anni in poi, decideranno loro se continuare ad andare al teatro lirico, e quali autori e opere scegliere. Anche se…

Cosa?

I bambini oggi sono esposti ogni giorno a cose ben peggiori di quelle che potranno mai vedere in un’opera lirica, dove è tutto dichiaratamente finzione. Al telegiornale vedono cose tremende: e sono cose purtroppo vere, non finzioni. Ma anche nelle fiction e nei film che guardano in tv o sui cellulari ci sono scene che grondano sangue, e nessuno dice nulla. Quindi non si capisce bene perché l’omicidio dovrebbe essere diseducativo nell’opera lirica e non altrove.

Lei ha sempre fatto molto per i più giovani

Vorrei fare ancora di più. In Italia abbiamo centinaia di teatri, molti dei quali dismessi. Il mio sogno è di recuperare uno di questi teatri, anche piccolo, e trasformarlo in una scuola per giovani aspiranti cantanti d’opera. Una bottega dell’arte, che possa servire anche a mettere in scena i loro lavori e che sia quindi un trampolino di lancio per la loro carriera.

I grandi teatri puntano su nomi affermati, di livello internazionale. Ma come fanno i nostri giovani a farsi un nome e un’esperienza se non li fanno lavorare? In Italia quando vedo i cartelloni di molti spettacoli vedo i nomi di molti giovani, ma sono quasi sempre stranieri. Perché? I nostri giovani non hanno niente da invidiare ai loro coetanei che vengono dall’estero. Ecco, io voglio dare ai nostri ragazzi quelle opportunità che i loro coetanei trovano all’estero. Ovviamente non posso farlo da sola: serve l’aiuto di qualche amministrazione locale volenterosa e lungimirante.

Paolo Fizzarotti

Paolo Fizzarotti

Giornalista, scrittore, Direttore Responsabile di Kid Pass Magazine.

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