Arte e disegno nello sviluppo della creatività del bambino
Zaino e astuccio ci sono! Regalati dalla zia mesi prima, figuriamoci! Poi, continuando a seguire la lista di articoli necessari per i bambini di prima elementare, ricontrollo i miei acquisti: sette quadernoni a quadretti 5 mm, copertina per quadernoni giallo, rossa, blu, verde, arancione, trasparenti (che allegria tutti questi colori), righello 30 cm con impugnatura facilitata (mah…) forbici con punta stondata, colla stick formato maxi (inizialmente mi sembrerà esagerato, ma dopo le prime settimane di scuola ne comprenderò la necessità)… temperino con contenitore, blocco notes, bustine portadocumenti… Ah che strano, hanno dimenticato di indicare l’album da disegno… beh, di sicuro non può mancare!
Ogni bambino dovrebbe avere un album da disegno nello zaino
Quando io ero piccola, c’erano gli album “Palladio” dalla copertina azzurra e blu con riportato in bianco il progetto della basilica Palladiana di Vicenza e il ritratto dell’artista stesso. Penso di aver colorato e rielaborato quelle immagini almeno un centinaio di volte. Povero Andrea Palladio, una volta mascherato con il barbone di Babbo Natale, una volta con i baffi alla Salvador Dalí… un’altra con orecchini e ciocche in testa…se avesse potuto mi avrebbe di sicuro ripreso a far più attenzione alla lezione, invece di pasticciare un nuovo album da disegno! Era tra l’altro un album comodissimo, potevi anche arrotolarlo e metterlo nello zainetto quando andavi in montagna, per copiare le cime o qualche fiore particolare che incontravi lungo il sentiero.
Peccato! Anche passando più volte tra gli scaffali, non l’ho trovato! (la cartiera Favini ha cambiato la copertina, forse per colpa mia, ma non le sue caratteristiche doti). Ho trovato però, i fidati compagni di liceo, gli album Fabriano F2, F4, liscio, ruvido… e chi se li dimentica! Questi andranno benissimo, e allora via, facciamo scorta! Magari bimba mia, ti faranno disegnare con gli acquerelli o le matite acquerellabili, con le tempere… o le cerette… oppure ti verrà voglia anche a te di fare la punta ai pastelli, far cadere la mina graffiata sul foglio e poi sfumarla con il dito, chissà.
Non c’è tempo per disegnare
Ancora oggi, dopo uno “pseudo” anno scolastico di prima elementare, e questi pochi mesi di seconda ricordo la giornata in cui saltellando sei rientrata a casa e hai risposto al mio: “Amore, com’è andata oggi a scuola?”
“Bene. Mamma, la maestra dice che non serve l’album da disegno, quando disegniamo ci basta il blocco notes.”…”eeeeeeeehhhhhhhh?”
Il blocco notes… il blocco notes… è… tra tutti i fogli per disegnare mi è sempre sembrato quello più triste, con quel colorino spento… Quello più antipatico, scrivi qualcosa con un pennarello e puff! Tutto si trasferisce nel retro e se non sei veloce anche nei fogli a seguire. Sicuramente il più vulnerabile, lo bagni con gli acquerelli ed è la fine. E poi a quadretti! Come si fa a disegnare liberamente con una quadratura onnipresente…
Ho tolto malinconicamente l’album dallo zaino, per lasciare un immeritato spazio al blocco notes. In un intero anno scolastico (o perlomeno quello effettivo di presenza) Vitty ha usato solamente la prima pagina. “Non c’è mai tempo per disegnare, mamma”.
E ancor meno in questo nuovo anno appena iniziato, dove tra mille attenzioni per rimediare il percorso scolastico ballerino dell’anno scorso, le attività artistiche saranno relegate ad integrare i dettati in italiano, il castello dei numeri in matematica, o a colorare qualche scheda di inglese…
Arte e creatività hanno un ruolo fondamentale nell’evoluzione infantile, tuttavia all’interno del programma scolastico, vengono spesso classificate in secondo piano rispetto alle altre materie. Con una conseguente involuzione dello sviluppo artistico ed espressivo.
Vittoria 6 anni. 1^elementare. “Integrazione alla lezione d’italiano”.
Se non parlassero già da sé le immagini a confronto, vi sottolineo tutto il mio rammarico. Non sembrano nemmeno disegnati della stessa bambina. E non parlo di particolari doti, mi concentro solo sulla ricchezza dei particolari, sull’intensità dei colori e l’allegria che trasmettono le prime immagini. I disegni eseguiti a scuola, fatti sicuramente in tempi a margine di altre materie, si lasciano descrivere con la loro povertà di espressione. Come se, stranamente (moooooolto stranamente per la lingua e il pensiero senza freni di Vittoria) non avessero nulla da dire.
La sviluppo della creatività infantile
“La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività […] “Ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé” Donald Winnicot
Numerosi studi (le tesi del filosofo John Dewey, del pediatra e psicoanalista Donald Winnicot, in Italia dai lavori di Maria Montessori, personalità eclettica educatrice, medico, filosofa, neuropsichiatra, al pensiero dell’artista designer e scrittore Bruno Munari… solo per citarne alcuni) dimostrano come la pratica di attività artistiche, siano esse arti visive, musica, danza, teatro, fin dai primissimi anni di vita del bambino, aiuta le abilità comunicative ed espressive, favorisce l’apprendimento logico-matematico e rafforza la consapevolezza di sé e delle proprie capacità.
Promuovere la creatività sin da bambini e alimentarla negli anni attraverso l’espressione artistica, accresce la capacità di problem solving… Concede insomma una soluzione ai problemi che si incontrano, guardandoli da più punti di vista, adattando le abilità emotive e cognitive (non dimentichiamo che siamo nati originariamente come esseri altamente emotivi che nel corso della nostra evoluzione hanno anche imparato a pensare!) al fine desiderato, che indubbiamente per un bambino è la serenità.
Non solo, se consideriamo lo sviluppo emotivo, possiamo costatare che l’arte consente di migliorare le capacità comunicative. Permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili, incoraggiando la libera espressione. Infine per quanto riguarda lo sviluppo motorio, oltre a migliorarne le capacità, favorisce una prima forma di coordinazione occhio-mano, accrescendo il senso di autostima nel riconoscere le proprie capacità di coordinamento e controllo dei propri movimenti.
L’evoluzione della rappresentazione grafica: Il disegno infantile dal realismo casuale al realismo intellettivo
Per spezzare una lancia a favore delle istituzioni scolastiche, che in molti casi cercano di ampliare il percorso didattico, introducendo e dando nuovo valore alle attività creative, (confido anche nella diffusione dell’ora dedicata allo sviluppo dell’intelligenza emotiva), a “scoraggiare” la pratica artistica nel bambino in età scolare, c’è una componente tipica dello sviluppo infantile: l’auto giudizio.
Per quanto riguarda il disegno siamo nel passaggio dal realismo accidentale (il bambino dà un nome al suo tracciato a posteriori, rivedendolo come un’immagine nota), al realismo intellettuale, quando il bambino sceglie già cosa disegnare prima di cominciare a farlo. Anche questo sviluppo grafico come i precedenti, non arriva in un momento preciso, ma lascia al bambino tutto il tempo di sperimentare e giocare con le immagini… sopportando con “filosofia” che un oggetto disegnato secondo un suo intendimento sia poi interpretato diversamente dall’adulto…”Che bel gattino!” – “No, mamma! E’ una volpe, non vedi la coda a punta?”
Il bambino disegna ancora un’impressione mentale non un’osservazione visiva della realtà, con tutta la sua grammatica speciale di “errori”. Con l’ingresso alla scuola, con il giudizio critico e correttivo dell’adulto, il bambino incomincia a rendersi conto di certe incongruenze delle sue rappresentazioni. E allora incominciano i…”non sono capace”, “non so disegnarlo”, “mi disegni un… che non sono bravo”… il bambino vuole rinunciare a rappresentare ciò che sa di un oggetto, correlato di tutto il suo bagaglio di fantasia e unicità a vantaggio di ciò che tutti vedono e voglio rivedere sul foglio.
In questo modo cerca l’approvazione dell’adulto, persegue il voto finale… e il disegnare diventa un’altra attività da perfezionare con la tecnica. Il disegno infantile, con tutte le sue caratteristiche si avvia così alla fine. Se ci pensiamo per molti di noi, quello è stato l’ultimo periodo in cui abbiamo preso in mano colori e matite … e abbiamo smesso di giocare.
Continuare a giocare e disegnare per essere liberi
“La creatività non è che un istinto, un esperimento, e un mistero, quindi iniziate pure. Iniziate da qualsiasi parte. Preferibilmente adesso.” Elizabeth Gilbert
Quando parlo di lasciar sviluppare la creatività, lo dico in senso generale; mi riferisco ad una vita vissuta sulla base della curiosità per ciò che ci circonda, sulla possibilità di riconoscere le nostre emozioni e trasmetterle, e non di una vita vissuta sulla base della paura di manifestare se stessi. Davvero, una vita creativa è una vita amplificata, più grande, più felice. Chiunque riesce a portare alla luce le proprie capacità creative (qualsiasi esse siano) riuscirà ad occupare nel mondo un posto che è talmente tanto suo, che nessun altro potrebbe occuparlo così perfettamente quanto lui.
Dopo tre, quattro mesi di scuola o quanti sono stati quest’anno passato, e di cornicette eseguite con cura “spazientevole” per i miei gusti (ma qualcosa per fortuna la mia bimba ha preso anche da papà geometra)… riempite pagine e pagine di quadernoni per non lasciare parti in bianco, a mia figlia è tornata la voglia di disegnare insieme a me e al fratellino. E così ogni tanto ci ricaviamo un momento tutto nostro. Tre pasticcioni all’opera!
“Ma devo fare in fretta?” mi ha chiesto. “Se devi disegnare per forza e senza divertirti, puoi fare qualcos’altro” le ho risposto anche questa volta. No amore, non hai fretta, davanti ad un foglio hai tutto il tempo che vuoi e che ti serve per giocare e liberare la tua fantasia. Non sei obbligata nei temi, nei colori, nel materiale almeno finché sei con me. Vuoi sporcarti le mani? Sporcati. Vuoi un foglio più grande? Vuoi appenderlo al muro? Vuoi la musica in sottofondo? Vuoi un libro illustrato da sfogliare e lasciarti ispirare?… Vuoi tagliare, incollare? Vuoi mescolare i colori?…ok divertiti!
Se devo costringerti ad un risultato, a fare in fretta per non perdere tempo utile nelle altre materie, o a riempire il vuoto in attesa che qualcos’altro accada, non sarò stata in grado di insegnarti il potere espressivo e magico dell’arte. Quello che a distanza ancora di tanti anni mi rende libera di sognare, mi rilassa portandomi in una condizione spaziotemporale a sé, che mi rende unica, inimitabile e felice.
Ed è questo che mi piacerebbe scoprissi. No, non devi diventare una pittrice, questo è il mio sogno… tu avrai i tuoi sogni da realizzare, io voglio solo starti vicino e rassicurarti che potrai essere tutto ciò che vuoi, se sei te stessa.
Leggi anche l’articolo
SALVE, HO LETTO CON INTERESSE LA RUBRICA DI CATERINA ODELLI PER KID PASS. NOTO CON DISAPPUNTO CHE MOLTO DI CIO’ CHE E’ RIPORTATO DERIVA DA MIEI ARTICOLI E LIBRI PUBBLICATI. PERTANTO CHIEDO DI ESSERE CITATA COME FONTE DELLE NOTIZIE. SE CERCATE IN GOOGLE CLICCANDO DISEGNI INFANTILI E SCARABOCCHIO E ALTRO TROVERETE TUTTI I MIEI DATI, LEGGO INTERPRETO E STUDIO GLI SCARABOCCHI DAL 1973 E ALTRO. SONO LA PRIMA A TRATTARE QUESTI ARGOMENTI CON MODALITA’ SCIENTIFICA. PERTANTO CHIEDO DI ESSERE CITATA COME FONTE DEI DATI E DELLE DESCRIZIONI. GRAZIE. IN ATTESA DI GRADITO RISCONTRO
Riportiamo la risposta dell’autrice.
Lo sviluppo degli articoli della rubrica “Piccoli Artisti” sono stati una elaborazione della mia tesi di Laurea in Lettere-Scienze Storico Artistiche “Il disegno Infantile – fra gioco e realtà” discussa nel 2002, con una recente interpretazione in chiave di mamma data dalle esperienze vissute con i miei bambini, e con i bambini a cui insegno. Ho tralasciato, non a caso, il confronto con l’arte del ‘900, portandolo a conoscenza se non in minima parte. Le pubblicazioni, infatti, non hanno carattere scientifico, ma vogliono essere una lettura più vicina e facile per i genitori, affinchè non si continui a sottovalutare l’importanza del disegno come messaggio d’amore. L’intento è quello di continuare a stimolare la creatività nell’infanzia e in tutto il periodo della scolarizzazione, da docente, da mamma, pittrice e futura arteterapeuta. Non ho preso in esame e non conosco gli scritti di Anna Maria Casadei, Vi riporto di seguito le fonti alle quali ho attinto per la mia tesi di laurea e successivo studio negli anni.
Prima conoscenza e interesse:
catalogo mostra “L’arte del bambino” Mario Lodi, Casa delle Arti e del Gioco, Drizzona, prima ed. 1991, successiva 1999
catalogo mostra “Lo sguardo innocente, l’arte, l’infanzia, il ‘900” ed. G.Mazzotta 2000
Esposizione a Brescia di una parte delle opere esposte presso la pinacoteca PinAC, Brescia Palazzo Martinengo, 2000
Per lo studio degli stadi del disegno infantile e riportati nel mio articolo “Sono uno scarabocchio e non un pastrocchio”:
“Il significato del disegno infantile” A.O. Ferraris ed. Bollati Boringhieri, prima ed.1973 ristampa 2000
“Come interpretare gli scarabocchi” E. Crotti e A. Magni ed. Demetra L’arte di Crescere, 1999 su concessione prima ed. Red 1996.
“Il bambino che disegna parla” P. Vayer A. Pultrone, ed. scientifiche Magi, 2000
“I bambini senza età” A.Stern, ed. Luni editrice 1995
“L’interpretazione dei disegni Infantili” D. Widlocher, Armando ed.1980
Non c’è nei miei articoli nessun giudizio interpretativo a livello psicologico del disegno infantile, prima perché non di mia competenza, secondo perché per esperienza, non credo negli stereotipi.
Per lo studio della psicologia dello sviluppo:
“Psicologia dello Sviluppo” R. Vianello, edizioni Junior prima ed, 1998
“Colloqui terapeutici con i bambini” D. Winnicot, Armando editore, prima ed. italiana 1974, 3^ed 1998
“Gioco e Realtà” D. Winnicot, Armando editore, prima ed. italiana1974, 21^ed 2001
“La rappresentazione nel mondo del fanciullo” j. Piaget, Boringhieri, 1966
“La formazione del simbolo nel bambino”J. Piaget, La Nuova Italia, 1972
“Psicologia dell’intelligenza” J. Piaget, Giunti, 1947
“L’immagine mentale nel bambino”J. Piaget- B.Inhelder, La Nuova Italia, 1974
Per la storia dell’Arte, mi limito a citare:
“Arte astratta” L. Venturi
“Storia dell’arte Italiana” vol.4 Bertelli, Briganti, Giuliano
“L’arte Moderna” G.c. Argan
Ulteriori approfondimenti:
“Laboratorio di Pre scuola” S. Rizzi G.Sale, Atlas, 1989
“1^giornata regionale di studio sulla didattica museale” a cura di P.Croce da Villa A. Menegazzi, 1999
“Mondo scolastico e formazione dell’identità” a cura di L. Chinosi e P.Scalari, Marsilio ed. 1987
“I laboratori creativi” R. Pittarello, scuole comunali dell’infanzia, 1996
“Tecniche per la creatività artistica visiva” R. Sicurelli, Erickson, 2001
“La psicoanalisi Infantile” Freud, Newton & Compton, ristampa, 2002
“La forza d’animo” A.Oliverio Ferraris, Rizzoli, prima edizione 2003
“Laboratorio Immagine e Arte” M. T. Fiorillo, Erickson, 2002
“Scarabocchiamo insieme” E. Crotti, red ed. 2008
“A piccoli Passi” S. Vegetti Finzi A.M. Battistin, 1994, ristampa 2009
“Il segreto dell’Infanzia” M. Montessori, prima ed. 1950, 8^ristampa 2013
“Fantasia” Munari, Giusti La terza, prima ed. 1977, concessione Economica La terza 2017
“Big Magic” E. Gilbert, Bur ed, 2016
“Intelligenza Emotiva” D. Goleman, Bur ed, prima ed. 1996, 18^ ed. 2019
L’articolo “Il disegno dei bambini va a scuola” riporta citazioni segnalate con rispettivo autore:
“La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività […] “Ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé” Donald Winnicot
“La creatività non è che un istinto, un esperimento, e un mistero, quindi iniziate pure. Iniziate da qualsiasi parte. Preferibilmente adesso.” Elizabeth Gilbert
Ribadisco che il mio intento non era presentarmi come prima studiosa e portavoce in Italia di un sapere scientifico ma dare uno strumento di lettura discorsivo, ironico e immediato per i genitori sull’argomento.
I Disegni sono tutti di mia proprietà, eseguiti dai miei figli e dai bambini a cui insegno. Fatta eccezione dei disegni dei bambini riportati nell’articolo: “A scuola di errori con Picasso” così come indicato nell’articolo stesso.