Ecco che arriva anche quest’anno la festa di Halloween, con tutta la magia che rappresenta per i bambini.
Intagliatori di zucche appena arruolati si cimentano in nuove estenuanti sfide nelle loro cucine: armati di coltello e cucchiaio, sono ormai pronti a combattere, in un corpo a… zucca massacrante!
Cosa non si fa per il ghigno soddisfatto dei figli?
E se qualche radical chic vi sgrida perché “Suvvia, basta con queste americanate!”, raccontategli la vera storia della festa di Halloween, che si perde nella notte dei tempi.
C’era una volta…
Le origini della festa di Halloween
Alcuni rituali che ancora oggi permangono nella versione pop di questa ricorrenza, affondano infatti le radici in antichissime (e nostrane) tradizioni popolari.
Partiamo dai Romani, che il primo giorno di novembre facevano onore alla Dea Pomona, con rituali e sacrifici per assicurarsi fertilità ed abbondanza.
Nella loro società agro-pastorale, con il sopraggiungere dei primi freddi, terminavano tutte le attività agricole. I pastori riconducevano il bestiame nelle stalle. Il lavoro si fermava, per adeguarsi alle avverse condizioni climatiche e ad una Natura fredda, buia e immobile.
La stagione fredda, per questa assenza di vitalità, era considerata la stagione dei morti.
Contestualmente, nello stesso periodo in Britannia, anche i celti si radunavano nelle campagne e volteggiavano con folli danze intorno ai fuochi, facendo offerte alle loro divinità.
Un giorno in particolare, il primo novembre, segnava il passaggio dall’estate all’inverno e nell’intermezzo il tempo era sospeso, permettendo al mondo dei vivi di entrare in contatto con quello dei morti.
Questo giorno era chiamato “Samhain”: i festeggianti indossavano costumi fatti con pelle e teste di animali, danzando attorno al fuoco ed offrendo sacrifici alla Dea Terra.
Vi ricorda qualcosa? Ad esempio, streghe, sabba e malefici della nostra tradizione?
Questo perché i riti dei conquistatori (i Romani) si fusero con quelli dei conquistati (Celti), generando quelle tradizioni popolari “pagane” arrivate fino ai giorni nostri.
La Chiesa Cattolica Romana cercò di sopprimere le tradizioni popolari, ritenute pericolose e peccaminose. Istituì quindi il primo novembre come festa di tutti i santi, per regolamentare e annientare feste pagane non autorizzate.
Non fu sufficiente… il popolo continuava a voler festeggiare e celebrare i suoi morti, non i santi, e con le sue modalità sfrenate (che non piacevano alla chiesa).
Questa istituì allora il due novembre, come festa dei morti.
Fu così che nell’Italia medioevale, tra inquisitori a caccia di streghe malefiche, gli antichi riti pagani si travestirono da nuova santa festa cristiana.
Nel folklore di tutte le regioni d’Italia, nei giorni che vanno dalla vigilia di Ognissanti (31 ottobre) a San Martino (11 novembre) permangono comunque tutti gli elementi delle antiche celebrazioni pagane: un rito apotropaico e un modo per avvicinarsi ai defunti, mantenendo vivo il loro ricordo.
Nei secoli successivi nell’Irlanda già cristianizzata, si sviluppò la leggenda di Jack-O’-Lantern. Nel giorno di Ognissanti il popolo iniziò a svuotare rape e patate , a intagliarle con sembianze mostruose e infine illuminarle all’interno con candele.
Irlandesi immigrati in America portarono con sé bagagli (fisici e culturali) tra cui questa tradizione, utilizzando la materia prima più reperibile nel Nuovo Mondo e anche più agevole da scavare: le zucche.
Il termine Halloween proverrebbe, dalla metà del sedicesimo secolo, secondo l’Oxford English Dictionary, da una contrazione della frase “All Hallows Eve” (la notte di Ognissanti).
A dimostrazione della forte connessione con le nostre tradizioni.
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