Con una storia ultramillenaria che ha visto incrociarsi popoli e culture diversi, e un territorio geograficamente ricchissimo, l’Italia è un paese dal patrimonio architettonico straordinario. E non parliamo di palazzi o castelli (di cui abbiamo scritto in questo articolo). Parliamo di case. O meglio, di case tradizionali: baite, casoni, trulli, sassi… abitazioni un tempo comuni che sono ora luoghi affascinanti, dove poter trascorrere una vacanza col sapore degli “altri tempi”.
Cosa sono le case tradizionali
La case tradizionali sono le case che identificano in modo inequivocabile il territorio al quale appartengono. E che, se le trovassimo da qualche altra parte, ci sembrerebbero molto strane: ve lo immaginereste un trullo in una valle alpina? No, vero?
Prima che si sviluppasse una sorta di “edilizia di massa”, infatti, la costruzione di una casa seguiva regole dettate da esigenze pratiche. Ad esempio, il tetto a spiovente in alta montagna per favorire lo scivolamento della neve. O il tetto piatto e le finestre piccole nelle latitudini più meridionali, per scongiurare il riscaldamento degli ambienti in estate.
Proprio questi accorgimenti, combinati ai gusti e ai materiali di cui si disponeva, hanno nel tempo consolidato degli stili ben definiti da territorio a territorio. Le case tradizionali sono ora diventate luoghi da riscoprire anche in senso turistico, soprattutto quelle legate a mestieri talora caduti in disuso, un po’ come i fari (qui l’articolo dedicato ai fari). Ecco una selezione da nord a sud.
Dormire in una casa tradizionale nel nord Italia
Baite e masi di montagna
Sono le tipiche case alpine, con la struttura di base in pietra, i piani e balconi in legno e i tetti a spiovente. Le caratteristiche possono variare anche da valle a valle, mentre il nome “maso” identifica meglio le case alpine in Trentino Alto-Adige. Gli abitanti erano contadini e allevatori: si può dire che a ogni baita o maso corrispondesse un’azienda agricola, con il suo fienile di fianco.
I casoni della laguna veneta
Erano diffusi in tutta la campagna veneta fino al mare, in particolare la zona della Saccisica padovana e in laguna (da Caorle a Bibione) ma si trovano anche nel delta del Po emiliano. A Caorle, all’interno del Parco del Pescatore, si può visitare un casone didattico costruito secondo la tradizione “caorlotta”. Per trascorrere una vacanza, invece, bisogna andare “a caccia”: molti casoni sono dati in affitto ai turisti direttamente dai proprietari, e le offerte si trovano sulle principali piattaforme di booking. Mentre, ancora nella laguna tra Caorle e Bibione, è sorto il Casanova Resort, con case ispirate ai casoni tradizionali.
Dormire in una casa tradizionale nel sud Italia
Trulli in Puglia
I trulli sono forse il tipo di casa tradizionale più noto. A pianta circolare e forma conica, con il caratteristico pinnacolo sulla punta, il trullo è una casa costruita con pietra a secco e finestre – quando ci sono – minuscole: questo la rende fresca d’estate e calda d’inverno. Anche per i trulli la radice è contadina: erano abitazioni o ricoveri di attrezzi. I più celebri sono quelli di Alberobello, patrimonio dell’Unesco dal 1996: molti, come i casoni veneti, sono affittati direttamente dai proprietari, ma è frequente anche la formula dell’albergo diffuso.
Sassi di Matera
Nel 2019 i sassi di Matera sono tornati alla ribalta internazionale, nell’anno in cui questa splendida città rupestre è stata capitale europea della cultura. Cultura, quella materana, che nasce dal rapporto strettissimo con la roccia: gli abitanti per secoli (forse millenni) hanno scavato nel tufo buchi dove vivere e allevare animali. Si era però arrivati nel secondo dopoguerra a una condizione di degrado tale che Matera fu definita “vergogna d’Italia” e la costruzione di nuovi quartieri popolari determinò l’abbandono dei Sassi. Dagli anni Ottanta la loro riscoperta e valorizzazione, grazie alla quale i materani si sono rimpossessati con orgoglio della loro storia, che condividono volentieri con i turisti: si possono trovare alloggi per tutti i gusti e tutte le tasche.
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