Può succedere che i nostri bambini abbiano difficoltà motorie e/o comportamentali. C’è una figura professionale sanitaria, il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE), che si occupa di queste problematiche.
Chi è Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) è il professionista sanitario che si occupa dell’abilitazione e riabilitazione di bambini e ragazzi con disturbi del neuro-sviluppo. Attraverso un approccio globale si interessa dell’area motoria, cognitiva, comunicativa-relazionale ed emotiva-comportamentale.
Quando è utile il TNPEE ?
Le sedute sono adatte a tutti quei bambini in cui si riscontra una difficoltà o un rallentamento nello sviluppo e nei processi di maturazione neuro e psicomotori.
È utile, dunque, quando si evidenziano difficoltà motorie, percettive, relazionali, comunicative, di attenzione e del comportamento oppure in caso di ritardi o sindromi.
Come funziona la visita dal TNPEE?
Si può essere indirizzati ad un TNPEE dalla famiglia, scuola, pediatra oppure neuropsichiatra infantile. Il primo passaggio è la valutazione neuropsicomotoria, utile per stilare un progetto riabilitativo individualizzato. Attraverso la valutazione si individuano le difficoltà, le abilità emergenti e le potenzialità del bambino, al fine di individuare obiettivi specifici e condivisi.
Il terapista accompagna lo sviluppo del bambino attraverso lo strumento del gioco, dove il bambino integra e mette in relazione tra loro emozioni, azioni e pensieri.
Terapia individuale o di gruppo?
La terapia neuro psicomotoria può essere erogata attraverso due modalità differenti, individuale o di gruppo, scelte in base alle caratteristiche e alle difficoltà del bambino.
L’intervento 1:1 è un tipo di intervento abilitativo-riabilitativo. Infatti, il TNPEE può lavorare sull’abilitazione di alcune funzioni che i bambini non hanno ancora sviluppato oppure sulla riabilitazione di competenze che appaiono deficitarie.
L’intervento di gruppo può avere un’ottica maggiormente educativa-preventiva ed è consigliato a tutti i bambini, in particolare ai prescolari, che si stanno approcciando per le prime volte agli ambienti sociali per poter lavorare sui prerequisiti relazionali (cooperazione, ascolto, turno, ecc.)
In altri casi, il lavoro di gruppo ha un’impronta riabilitativa quando il bambino ha raggiunto tutti gli obiettivi nella terapia individuale e deve generalizzare ciò che ha appreso in un contesto di gruppo con pari oppure quando le sue difficoltà risiedono proprio nella relazione con gli altri.
0 commenti