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Spazio per l’ozio nell’agenda dei bambini

da Psicologia per bambini

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Decine di attività caratterizzano la settimana dei bimbi d’oggi, ma qual è il confine fra stimolare i loro interessi e sovraccaricarli? Lo stress è dietro l’angolo, e spesso nasce da noi adulti.

Mamma, giochiamo?, Ma sei impazzito?! Vestiti subito che dobbiamo andare a calcio, se no poi facciamo tardi per andare a prendere tua sorella a danza, e finisce che non riuscite a completare i compiti per il corso di mandarino, e poi addio piscina del sabato mattina!. Esagerato? Forse, ma non così distante dalla realtà. Negli ultimi anni le agende dei bambini sono diventate sempre più fitte di impegni, tra sport, musica, corsi di lingue e “play date“ organizzati dai genitori. Ma qual è il confine fra assecondare e stimolare gli interessi dei bambini, e sovraccaricarli?

Quando le attività diventano troppe?

A cercare attività ricreative per i propri figli si inizia sin dalla primissima infanzia, per scongiurare che il nostro bambino rimanga “indietro” rispetto ai compagni e che non impari perfettamente almeno due lingue straniere entro i tre anni, naturalmente senza tralasciare sport e attività artistiche. Meglio ancora se si riescono a combinare due o tre attività insieme, ed ecco “giocomusicayogainlinguainglese”, così non si rischia di perdersi qualcosa. Dal punto di vista neurobiologico sappiamo per certo che la capacità di apprendimento è massima nei primi anni di vita, ed è sicuramente questa la fase più favorevole del neurosviluppo per imparare altre lingue o avvicinarsi alla musica. Sappiamo anche che l’attività fisica contribuisce enormemente allo sviluppo cognitivo dei bambini. Tuttavia, è difficile stimare quale sia la giusta quantità di stimoli e sollecitazioni a cui un bambino deve essere sottoposto.

Genitori, siete autorevoli, autoritari o permissivi?

Spesso i problemi derivano non tanto dalla quantità di attività, ma dall’investimento dei genitori nel successo del bambino stesso. Tra le ricerche più note sull’argomento troviamo quelle di Sonya Luthar, psicologa della Columbia University che ha studiato estesamente il ruolo delle attività extracurriculari sulla salute mentale dei bambini: i suoi studi hanno mostrato livelli di ansia e di sintomi depressivi più elevati in bambini che vivono in famiglie benestanti, e che percepiscono le pressioni dei genitori riguardo al successo delle loro performance scolastiche ed extrascolastiche. Prima dei 9-10 anni è difficile per i bambini comprendere il concetto di confronto tra pari. Il rischio è quindi che vengano utilizzati come “arma” da genitori che vogliono confrontarsi con altri genitori e primeggiare.
Questo non significa che non dobbiamo avere aspettative nei confronti dei nostri bambini. Diversi studi hanno dimostrato che uno stile parentale autorevole (in cui i genitori hanno aspettative nei confronti dei bambini, e si mostrano supportivi nei loro confronti aiutandoli a raggiungere i propri obiettivi) è più efficace di uno stile autoritario (in cui i genitori hanno aspettative elevate, ma non aiutano I bambini a raggiungere autonomamente i propri obiettivi) e di uno stile troppo permissivo. Il cosiddetto effetto Flynn (l’aumento stabile del Q.I. nell’ultimo secolo) sembra essere dovuto in buona parte al cambiamento nelle abitudini di accudimento dei bambini. Oggi i genitori sono molto più consapevoli della necessità di stimolare i propri bimbi, e di mostrarsi attenti e sensibili.

L’ozio non sempre è il padre dei vizi

Tuttavia, per i bambini è fondamentale il coinvolgimento in attività non strutturate, in cui siano liberi di gestire e organizzare liberamente il proprio tempo e, perché no, di annoiarsi. Il tempo vuoto e il gioco libero promuovono la creatività e la capacità di problem solving, poiché il bambino deve attingere alle proprie risorse interne. Sdraiarsi in salotto di fianco a mamma e papà a fissare il soffitto ha la stessa utilità di un’ora di pianoforte per il cervello dei piccoli.
Quindi, sì alle attività, allo sport, alla musica, alle lingue, ma attenzione a non sovraccaricare i bambini di aspettative. Lasciamo loro il tempo di annoiarsi, di sbagliare, senza costringerli a muoversi in spazi fisici e mentali predeterminati, lungo binari disegnati dagli adulti. Forniamo loro uno spazio sicuro in cui sperimentare l’autonomia, la capacità di esercitare il controllo sull’ambiente, e in cui affrontare delle sfide: potranno allenare la propria capacità di risolvere i problemi senza un adulto che li risolva al posto loro,“e sentirsi amati per quello che sono e non per i successi che ottengono.

Il profilo della dott.ssa Islam del Policentro Pediatrico di Milano

Lucrezia Islam

Lucrezia Islam

Lucrezia Islam, medico chirurgo specialista in psichiatria, psicoterapeuta consulente di Policentro Salute , Università Bocconi e membro del C.D. di Nutrimente OdV

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