Sbarca a Firenze il burattino più famoso del mondo, portandosi dietro il suo fantastico Paese dei Balocchi.
Al neonato Museo del Giocattolo e di Pinocchio di Firenze, nato dalla collaborazione tra la Fondazione “Paolo Franzini Tibaldeo e l’Associazione Culturale “Pinocchio a Casa Sua”, vi aspettano infatti migliaia di giocattoli, che vi racconteranno ben tre secoli di storia dell’infanzia.
Testimonianza di costume, di abilità artigianale e di progresso tecnologico, questa arte minore può aiutare i bambini e adulti a ripercorrere la storia da un punto di vista inedito e suggestivo.

Giocattoli esposti al Museo del Giocattolo
La collezione del Museo del Giocattolo e di Pinocchio di Firenze espone un’importante rassegna di balocchi originali, realizzati tra il 1700 e il 1970.
Troverete bellissime bambole dalla candida pelle in porcellana o cartapesta, trenini, aerei, composizioni meccaniche che si muovono con la carica. Transatlantici pronti a salpare, soldatini ancora intenti a combattere, la I e anche la II Guerra Mondiale. Giochi da tavolo, con le loro bellissime confezioni originali, riproduzioni di piccoli bagni con tanto di servizi igienici funzionanti, drogherie in mimiatura, con la commessa gentile che vi aspetta.
In mostra ci sono anche alcune Case delle Bambole, che abbracciano un periodo storico dall’Ottocento alla metà del Novecento, arredate e abitate, con tanto di mobili, piante e lampadari. Un sogno per le bambine di ieri e di oggi.
Da ricordare che questi “edifici” erano un modo per entrare in contatto con la vita giornaliera di una casa. Questi giocattoli non mancavano mai nelle grandi case borghesi, dove a volte esisteva una stanza dedicata proprio ai giocattoli, con gli immancabili cavallini a dondolo, birilli, le bambole, il teatrino e i soldatini.

Il percorso storico del giocattolo
Dal grande contributo nel XVIII secolo di artisti e artigiani nell’ideazione e costruzione di meravigliosi giocattoli, pensati solo per principesse e principini d’Europa, con sorprendenti figure meccaniche, si passa alla cultura romantica ottocentesca. Qui, accanto alla riproduzione (in versione miniaturizzata) di invenzioni e scoperte scientifiche, si affiancano balocchi fantasiosi che inducono a sognare.
A inizio Novecento la rivoluzione: nasce la nuova “classe sociale bambino” grazie allo sviluppo della pedagogia moderna, al maggiore potere d’acquisto della borghesia, alla crescente industrializzazione e all’innovazione tecnologica, che offre nuovi temi, tecniche e materiali.
Tra le guerre mondiali, nuovi balocchi si affiancano a quelli classici: le imprese sportive forniscononuovi spunti per i giocattoli. Imperano i divi del cinema e dei cartoni animati.
E infine i meravigliosi anni ’50, ’60 e ’70. Gli anni del boom economico e della speranza nel futuro. Cinema e tv, telecomunicazioni in genere, e l’elettronica poi, producono nel mondo dei giochi nuovi modellini luccicanti.
Robot e astronavi telecomandati rappresentano il nuovo sogno bambino. E le bambole con la mitica Barbie, cambiano ruolo e modello esistenziale.

E Pinocchio dov’è?
Lo troverete seduto, con la testa tra nuvole, in piedi, pronto a dire la sua, ma anche raffigurato in quadri, giornalini e nei libri d’epoca.
La ricca collezione dell’associazione Pinocchio a Casa Sua, creata da Giuseppe Garbarino, che negli anni si è trovato coinvolto nel mondo del Burattino, è oggi una realtà che ha messo insieme libri, giocattoli, statue, quadri, curiosità, il tutto rigorosamente con il naso lungo!
Tra le opere in ceramica esposte, il pinocchio di Stefano Innocenti, ma quello di Roberto Ceccherini, Roberto Ciabani, Lando Landi e Skim.

Le attività didattiche al Museo del Giocattolo
Il Museo del giocattolo di Firenze organizza visite guidate e laboratori su prenotazione, con l’obbiettivo di salvaguardare e tramandare la memoria storica dell’infanzia.
Le attività sono diversificate, a seconda dell’età e del grado scolastico dei bambini coinvolti.
Vai alla scheda del Museo del Giocattolo e di Pinocchio di Firenze
0 commenti