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Siamo diventati artisti preistorici con la mostra Lascaux Experience al MUSE

da Musei per bambini

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Quando abbiamo saputo che il MUSE, Museo delle Scienze di Trento, ospitava la prima tappa italiana della mostra itinerante “Lascaux Experience. La grotta dei racconti perduti” non ce la siamo fatta scappare.

Pochi periodi storici ci affascinano quanto la preistoria e i miei bambini sono sempre stati incuriositi da dinosauri, fossili e uomini primitivi. Grazie a questo nel corso degli anni abbiamo vissuto con loro molte avventure, piccoli viaggi, laboratori e campus estivi alla scoperta di questi affascinanti temi.

Un’esperienza però ci manca e più volte abbiamo provato a realizzarla: vedere con i nostri occhi  le pitture rupestri più famose del mondo, le grotte di Lascaux in Francia e quelle di Altamira in Spagna.

In entrambi i casi siamo stati scoraggiati dal fatto che anche recandoci nei siti non potremmo accedere alle grotte, ma solo a delle riproduzioni realizzate nei pressi di entrambe. Il fatto che siano delle riproduzioni, per quanto fedelissime, ci ha sempre fatto desistere dall’affrontare un viaggio per località così isolate…insomma non ci sembrava che il gioco valesse la candela.

Ecco allora che quando abbiamo saputo della mostra così vicina a noi, al MUSE,  ci siamo subito immersi in quest’incredibile esperienza con i nostri bambini.

lascaux experience muse con bambini 2

Il Muse è per Ludovico ed Edoardo una tappa ricorrente e mai ci ha deluso, ma questa volta l’esperienza ha davvero superato le nostre aspettative.
La mostra è ben curata e da sola avrebbe meritato una visita, ma la presenza della realtà virtuale le aggiunge qualcosa di magico.
Non era la prima volta che usavamo Oculus a scopo educativo con i bambini, ma in questaa occasione l’emozione che si prova ad entrare in un luogo lontano nel tempo e nello spazio e, per di più proibito, è davvero esaltante.

Prima che toccasse a noi indossare i visori, i miei ragazzi ridacchiavano tra loro osservando adulti fare gesti apparentemente senza senso: si spostavano, si sedevano, gattonavano e agitavano le mani come se dipingessero nell’aria. Quando è toccato a noi abbiamo provato in prima persona come, davvero non si ha più la percezione di essere a Trento nel 2023.

Ti senti completamente parte del gruppo di persone che hanno creato questa meraviglia: la grotta di Lascaux.

Indossare il visore e diventare un artista preistorico. È questa la promessa di “Lascaux Experience. La grotta dei racconti perduti”, promessa pienamente mantenuta.

Non solo si possono esplorare l’intera grotta di Lascaux e ammirare i suoi meravigliosi dipinti, ma al suo interno, grazie alle esperienze interattive che vanno al di là del solito visore, si diventa protagonisti attivi del racconto.

Si prende polvere colorata con le mani e si dipingono bisonti e cavalli, ci si accovaccia per raggiungere i meandri più bui e nascosti della grotta tenendo una candela in mano ed infine uscendo dalla caverna si soffia per spegnerla.

Un’esperienza intensa e coinvolgente che si fa con i sensi, ma che parla alla nostra anima e ci fa essere un tutt’uno con l’animo umano di 20000 anni fa. Tutto questo facendoci capire che l’uomo, con polvere di terra in una caverna o con strumenti ipertecnologici in un moderno museo, ha sempre un solo scopo: emozionare e stupire creando bellezza.

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Katia Pettenò

Katia Pettenò

Katia Pettenò ha un background scientifico, ed è insegnante di matematica. Nella vita personale Katia è mamma di due bambini che frequentano la scuola primaria. Da sempre è amante dell’arte in tutte le sue forme, della storia e della cultura in generale, ma la sua passione più grande sono i viaggi, intesi come esperienze di vita e crescita personale. Nella vita di tutti i giorni cerca di far combaciare passioni, lavoro e il suo essere mamma. Questo si traduce in viaggi che spesso seguono il programma scolastico dei figli o le loro passioni; viaggi che vengono a lungo preparati e discussi a tavolino: progettazione a cui tutti i componenti famigliari contribuiscono per creare qualcosa che venga vissuta da tutti, e in particolare dai bambini, come qualcosa di personale e che si trasformi poi in ricordi. Fermamente convinta che l’apprendimento passi attraverso l’esperienza vive e condivide con i figli molte esperienze culturali che sceglie sempre, se e solo se, pensati per i bambini.

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