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La Bella e la Bestia ieri… e oggi!

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È ora nelle sale il film remake del celebre cartone Disney e abbiamo fatto un test: al cinema sono andate una mamma cresciuta con il cartoon originale e due bambine. Ecco il loro racconto su differenze e aspetti migliorati, emozioni antiche e nuove, insegnamenti sempre attuali.

Il cartone animato La Bella e la Bestia, quello del 1991 annoverato tra i simboli del “rinascimento Disney“ degli anni Novanta, a casa nostra è stato guardato migliaia di volte e ancora devo dire che, di tanto in tanto, mi viene richiesto da Vera e Petra, 8 e 5 anni. Ora lo abbiamo messo in programma per il primo pomeriggio libero, per scovare con più attenzione le differenze rispetto al film remake (nelle sale dal 16 marzo), che ci siamo godute insieme al cinema. Ecco la nostra esperienza “a caldo“.

Il film segue il cartone

Nel 1991, quando uscì il cartone Disney, ero poco più che bambina e ricordo di averlo visto al cinema con la mia famiglia (allora i film Disney uscivano una volta l’anno, in genere a Natale, ed erano un vero evento!). Devo dire che il film ora nelle sale è stata una piacevole sorpresa: ammetto che la favola di Belle non è tra le mie preferite, e non ho mai amato alla follia la figura della protagonista e quel suo essere un po’ sopra le righe.
La trama del remake è fedele a quella del cartone animato: si tratta quasi di una copia carbone, con alcune scene ricreate passo passo con tanto di movimenti identici della macchina da presa e abiti clonati. Unica aggiunta di rilevo è l’introduzione di un terzo oggetto magico oltre alla rosa e allo specchio della Bestia: un libro che consente di andare ovunque. Attraverso il fatato volume Belle può tornare a Parigi, dove è nata, e scoprire che il padre era stato costretto ad abbandonare la madre malata di peste per mettere in salvo lei. Intoccati anche i brani originali della pellicola, che sono riproposti integralmente, per una fiaba musicale che sfrutta appieno l’effetto nostalgia, ampliando di pochissimo la storia originale: ne sono stati aggiunti soltanto due, uno dei quali è “Evermore”, emozionante e già papabile Oscar 2018.

Gli aspetti migliorati

Ciò che a noi è parso invece diverso, migliorato, sono almeno due aspetti: la caratterizzazione dei personaggi da un lato e il potenziamento del messaggio originale dall’altro. Sul fronte dei personaggi, tra quelli che più ci hanno colpito c’è la Bestia, che, addolcita da espressioni e movenze umane, appare sin dall’inizio meno negativa, più fragile, amabile. Nel film ad esempio sa e ama leggere (cosa che invece nel cartoon gli insegnava Belle) e appare anche ironica: quando, ad esempio, Belle nella biblioteca del castello chiede davvero hai letto tutti questi libri?, la Bestia risponde no. Alcuni sono in greco.
Non solo però: molto avvincente e coinvolgente è l’integrazione nel mondo “reale” degli oggetti stregati che abitano il castello. Lumiere, Tockins, Mrs. Bric, Chicco, Guardaroba, Spolverina e tutti gli altri interagiscono perfettamente con l’ambientazione che li circonda, rendendo ancor più credibile e magico l’effetto live – action.
Forse le mie bambine non avranno colto questo aspetto, ma i concetti di uguaglianza e integrazione non sono presenti solo nella morale della favola, ma vengono trasferiti anche attraverso la caratterizzazione dei personaggi: a differenza del cartone del 1991, nel film compaiono interpreti di colore (dal bibliotecario del villaggio alla cantante di corte) e appare il primo personaggio dichiaratamente gay della storia Disney, Le Tont, che getta la maschera nel ballo finale dopo aver a lungo ammiccato al perfido Gaston, da lui sempre amato.
Un film da non perdere, che convince anche chi, come me, non ha amato in modo particolare l’animazione, e che si presta a diverse letture: per i bambini più piccoli è la favola fantastica (a volte però il realismo della Bestia un po’ spaventa!), ai più grandicelli insegna che la paura del diverso è immotivata e che ogni relazione inizia dalla comprensione. Infine, ai genitori restituisce una storia dell’infanzia di cui potersi reinnamorare e sulla quale riflettere in modo adulto.

Buona visione!

Ilaria Tonetto

Ilaria Tonetto

laria Tonetto è una giornalista pubblicista e un’esperta nella comunicazione di progetti culturali e di promozione territoriale, dal 2007 dirige l’agenzia trevigiana Koiné Comunicazione. Se ne intende di luoghi, ma anche di bambini: la maggior parte delle sue avventure nell’ultimo decennio le ha condivise con le figlie, di 12 e 8 anni, potendo sperimentare personalmente tutte le modalità di “viaggio con la famiglia”. È una delle firme storiche di Kidpass.it, per il quale si occupa di raccontare gli itinerari di viaggio con i più piccoli in Italia, mixando l’esperienza di giornalista e lo spirito di sopravvivenza di mamma, e di selezionare e segnalare appuntamenti con l’arte per tutte le età.

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