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Cellulare ai bambini: sì o no? A quale età darlo?

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È giusto che i nostri figli abbiano a disposizione un telefono cellulare anche in tenera età? È un dubbio tipico dei genitori moderni: ne abbiamo parlato con un’esperta in materia.

Per i genitori è la “coperta di Linus“: lo strumento di contatto garantito e immediato quando i figli, per esempio, vanno da soli al parco. Per i figli, è un gioco: pieno di app con cui divertirsi e messaggerie con cui interagire con gli amici. Un oggetto ambito, spesso in cima alle liste dei regali di Natale. Tuttavia, c’è un età sotto la quale regalare a un bambino un cellulare è davvero troppo presto?

Tanti stimoli, anche troppi

è vero: in certi casi il cellulare, con le app che contiene, può rappresentare uno stimolo per l’attività cerebrale del bambino. Ma nulla a che vedere con gli stimoli (e la creatività) che scaturiscono da un gioco all’aperto e dal contatto con gli amici. Una cosa è certa: non esistono vere ragioni che consiglino a mamma e a papà di fornire un telefono cellulare a proprio figlio, se è ancora piccolo. Anzi. Almeno fino ai tredici anni, ma anche (ben) oltre, è meglio che il bambino si dedichi ai giochi in compagnia, alla lettura, agli hobby, alla manipolazione di oggetti. Perché? Semplice. Il cellulare è intanto dannoso per la salute e la socialità degli adulti, figuriamoci per quella d’un bambino. I cellulari di ultima generazione ti permettono di fare video, accedere a internet e ai social network – spiega Marta Galluzzi, psicoterapeuta con specializzazione sulla genitorialità bambini e adolescenti -. Mezzi molto potenti che il bambino non è in grado di gestire, ignorandone i pericoli. Inoltre, un uso precoce delle tecnologie influisce negativamente sul suo sviluppo, ne favorisce l’isolamento, ne limita la fantasia e la creatività, caratteristiche che formano l’essere umano e lo rendono un adulto competente. Il bimbo necessita di attività manipolative, motorie, che stimolino il corpo e la mente, la lettura, il gioco simbolico.

L’importanza di dare regole

Capito questo, non si può condannare il genitore che regala il telefonino al figlio perché ci possono essere delle esigenze famigliari ben precise. Ma anche perché, come ricorda ancora Marta Galluzzi, spesso mamma e papà faticano a dire no o dicono di sì perché sperano di controllare meglio il proprio figlio. In ogni caso sconsiglierei in modo deciso di fornire il cellulare prima della scuola media. E se proprio si decidesse di darlo prima, sono necessarie regole ferree di utilizzo. Eh già, le regole. Spesso difficili da imporre, come gli orari della televisione, ma fondamentali più che mai nel complesso mondo della comunicazione tecnologica. Dunque, il consiglio ai genitori è semplice: non comprate il cellulare a vostro figlio se ha meno di tredici anni. Intendiamoci, anche dopo i tredici anni la cosa deve essere gestita, ma è difficile pretendere, adesso come adesso, che un ragazzino delle medie non possegga un telefonino, preferibilmente di ultima generazione. Prima dei tredici anni, comunque, meglio di no. Anche se secondo una indagine Eurispes, nel 18% dei casi il telefonino arriva fra le mani del bambino quando compie sette anni. Mettendo, infatti, assieme i dati prodotti negli anni da varie ricerche, ci si rende conto che la diffusione del cellulare fra i ragazzini e i bambini è un dato in crescita. Il 70% degli under 16 italiani utilizza Whatsapp, possiede quindi un i-phone o uno smartphone, come spiega una ricerca Mac-Skuola. E la grande preoccupazione legata alla pedopornografia e al cyberbullismo trova conferma in una indagine svolta da Save the Children: il 35% dei ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 17 anni si dà appuntamento con persone conosciute solo in qualche gruppo Whatsapp e il 24% condivide messaggi, foto o video con riferimenti sessuali a gruppi di cui non conosce tutti i partecipanti. Genitori, dunque, state attenti: dare il cellulare al proprio figlio piccolo può essere pericoloso tanto più che, come sottolinea ancora Marta Galluzzi, non deve essere un mezzo per gestire le ansie e il bisogno di controllo dei genitori.

Genitore digitale, bambino digitale

Il genitore che decide di dare al proprio figlio piccolo un cellulare di ultima generazione dovrà seguire il bambino in questo suo percorso di apprendimento. Mamma e papà devono anzitutto spiegare al piccolo come si utilizza e quali programmi non usare. Poi deve condividere con il bambino la gestione del telefono, monitorando la rubrica e i messaggi. Importantissimo, ancora, vietare tassativamente il cellulare a scuola, durante i pasti, nelle ore di studio e di notte. E vietare pure l’accesso ai social network. Detto questo, se utilizzato con grande cautela e con molta intelligenza, il cellulare può anche rappresentare un ponte fra due generazioni. Basta puntare sulla condivisione. Guardare insieme i messaggi e le foto inviate agli amici stimola i genitori a entrare più in contatto con i propri figli e questi ultimi a confidarsi su ciò che accade loro ogni giorno. Ma non è facile creare questo feeling tramite un cellulare. Meglio farlo seduti a tavola, o in giardino, parlandosi direttamente senza “intermediari”. Il mondo reale, soprattutto per un bambino, riserva molte più sorprese di un telefonino cellulare.

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Maila Nuccilli

Maila Nuccilli

Giornalista pubblicista, fin da bambina affascinata del mondo dei mass media (tv, cinema, e giornalismo) e da sempre appassionata di comunicazione, campo nel quale lavora da oltre 15 anni. Ha iniziato a collaborare con Kid Pass dagli esordi. Attualmente, seguendo la sua passione per il cinema, cura in particolare la sezione sui film e le serie TV dedicate a bambini e ragazzi, oltre ad altri temi e consigli utili ai genitori.

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