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Babywearing, tutto quello che c’è da sapere sui portabebè

da Lug 30, 2019Guide per genitori

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Babywearing significa letteralmente “indossare il bambino”. Ci sono popolazioni, in Africa e in Asia, dove le madri non conoscono quasi altro modo di portare i figli e altre, come noi europei, che si stanno avvicinando in questi anni a questa modalità estremamente fisica di “stare” con loro. Non solo di trasportarli. Che sia la fascia, il babywearing per antonomasia, o il marsupio ergonomico, ecco come scegliere cosa fa meglio al caso vostro.

I vantaggi di mamma e papà nell'”indossare” i figli

I vantaggi del babywearing sono sostanzialmente tre: il bambino sta a stretto contatto con la madre, anche pelle a pelle se si vuole, in un abbraccio continuo che gli infonde calma e sicurezza… come quando era in pancia. Ma la mamma ha le mani libere, può fare tutto quello che vuole e, grazie al peso ben distribuito, non sforza troppo la schiena. Infine, questi porta bebè, la fascia soprattutto, occupano pochissimo spazio.

Attenzione, poi: questi supporti sono ottimi anche per i papà, molto più coinvolti ora rispetto al passato nella crescita dei figli sin da subito. Se per la mamma e il bambino, soprattutto nelle prime settimane, il babywearing è quasi un’estensione del ventre, per i papà trascorrere del tempo così a contatto con il figlio li aiuta a sviluppare proprio la complicità padre-figlio.

Babywearing: i 6 modelli principali

In commercio ci sono sostanzialmente 6 tipologie di porta bebè. Abbiamo fatto una sintesi delle informazioni trovate qui e qui per descrivere le caratteristiche principali di ciascuna tipologia. In modo che, prima di scatenarvi in negozio od online su Amazon, possiate farvi un’idea di quale soluzione possa essere più adatta a voi. Per il vostro stile di vita, per le vostre esigenze di sicurezza e, soprattutto, per il carattere del vostro bambino. Perché alla fine… scelgono i figli!

Fascia lunga rigida

Adatta a portare il bambino in tutte le posizioni: davanti, sulla schiena e di fianco.

È la fascia, forse, più classica: di cotone spesso, resistente e che non si deforma, garantisce una perfetta aderenza del bambino, e lo segue dalla nascita finché vuole essere portato. O finché non vi stancate voi. Potete anche allattare col bimbo tenuto in fascia.

Il primo impatto con questo porta bebè può essere complicato: i vari tipi di legatura lo rendono molto versatile, ma ci vuole pratica. È consigliabile prendere la misura giusta per evitare di avere tessuto non utilizzato.

Fascia lunga elastica

Adatta a tutte le posizioni, in particolare davanti. Sulla schiena, dato il tessuto elastico, potreste avere la sensazione di poca sicurezza.

È di cotone o jersey elasticizzati, in misura unica. Comuni alla fascia rigida sono la garanzia di una perfetta aderenza del bambino, la possibilità di allattare e il fatto che il primo impatto può essere complicato.

Va bene per i neonati e per i bambini fino ai 12-15 chili (circa 2 anni), poi col peso crescente il tessuto può cedere un po’.

Fascia con anelli (ad amaca)

Adatta a tutte le posizioni, ma nasce soprattutto per tenere il bambino al fianco.

È di cotone resistente e non si deforma, e va bene dai 4-5 mesi ai 3 anni poiché, essendo una sorta di tracolla, può non dare sicurezza per i neonati.

È molto veloce da indossare e pratica in caso di allattamento, tuttavia – a differenza di altre tipologie di porta bebè – è da sottolineare che il peso è su una sola spalla: è meglio valutare quanto tempo si vuole tenere il bambino in fascia.

Fascia tubolare

Si usa per portare i bambini solo al fianco. È un anello di stoffa che sostiene il bambino seduto in posizione ergonomica. Adatta ai piccoli dai 6 ai 15 kg, non per neonati.

Marsupio ergonomico

Adatto a tutte le posizioni, ma per quella al fianco dipende dalle marche.

È facilissimo da utilizzare: basta regolare le bretelle. È una soluzione, però, che non consente di sdraiare il bambino nella posizione “a culla”, come invece capita con le fasce.

I modelli di alta gamma consentono l’utilizzo del marsupio anche per i neonati, o comunque da un minimo di 3,5 kg di peso. In altri il bambino deve pesare almeno 6 kg, quindi per i neonati c’è bisogno di un cuscinetto riduttore.

Mei Tai

È il marsupio di origine asiatica: un quadrato di tessuto, tipo “seggiolino”, con delle bande per legare il bambino al corpo.

È adatto a tutte le posizioni, soprattutto davanti e sulla schiena. Non garantisce una perfetta aderenza del bambino al corpo, in vantaggio però – rispetto alle fasce cui pure somiglia – la legatura è semplice. Segue i bambini da neonati fino 17-20kg (circa 3 anni).

Fascia o marsupio? Il racconto di tre mamme

Per Claudia, mamma di un bimbo di 15 mesi, la scelta è stata subito verso il marsupio ergonomico: «Ai nostri occhi era più sicuro della fascia. Inoltre, siamo andati sul sicuro su un modello preciso – anche se un po’ costoso – perché ci era stato consigliato da tanti genitori, e a ragione». Nessun difetto, infatti: «La struttura del marsupio andava bene sia per me che per mio marito, i ganci erano perfetti, il tutto facile da usare da subito e ho scelto il modello in mesh perché – avendo partorito in aprile – sapevo che lo avrei utilizzato d’estate: il tessuto traspira molto più di altri». «Lo abbiamo usato tantissimo – conclude – sia in casa che fuori. E ci ha aiutato in molte situazioni, soprattutto nei viaggi».

Francesca, mamma di una bimba di 16 mesi, conosceva già il pagne e altre fasce africane, che fanno parte della cultura del marito senegalese. Quando è toccato a lei, «la fascia è stata un salvavita!». Ci sono i cosiddetti bambini “ad alto contatto” e la figlia di Francesca si è rivelata una di questi: «La mia bimba di giorno non dormiva mai e stava perennemente attaccata al seno. L’unica cosa che mi ha svoltato la vita, ed è stato dopo le prime due difficilissime settimane, è stata proprio la fascia: mia figlia ci dormiva dentro che era un piacere, e io riuscivo a fare tutto quello che volevo. Se vedevo che si innervosiva, la caricavo e si tranquillizzava». Per superare la difficoltà iniziale delle legature, Francesca ha fatto una consulenza con un’esperta di babywearing, «ma una volta che ci prendi la mano, ci metti davvero 3 secondi».

Sara aveva regalato molte fasce prima di diventare mamma (ora ha due bambini sotto i 5 anni e la terza in arrivo) e ha sempre pensato che a sua volta l’avrebbe usata. Così è stato, scoprendo “dopo” gli altri supporti: «Il mio primo figlio è nato prematuro, e l’uso della fascia è stato fondamentale per la prima fase della sua vita: gli è stato molto utile per favorire la crescita. Sia col primo che col secondo, ho usato la fascia in posizione “culla” nelle prime settimane di vita, per passare poi a quella a canguro fino a quando sono riuscita a tenerceli». Poi, dai sei mesi, i bambini sono stati caricati ancora in fascia, ma sulla schiena. E in casa usano anche il marsupio: «È più comodo in estate perché tiene meno caldo, e perfetto in montagna per camminare».

Antonella Scambia

Antonella Scambia

Antonella Scambia è giornalista freelance e collabora con Kid Pass dal 2016. La curiosità è alla base del suo mestiere, curiosità che mette al servizio dei lettori nelle ricerche che conduce per scrivere gli articoli, che siano itinerari, idee per vivere la cultura in famiglia o temi legati alla genitorialità.

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