In Marocco con i bambini, un viaggio intercontinentale
Vi raccontiamo la nostra esperienza di 2.200 km percorsi on the road alla scoperta del Marocco con i bambini: un paese affascinante dai mille colori. Siamo partiti tra fine aprile e primi di maggio, potendo fare una vacanza lunga al di fuori del consueto mese di agosto. Dopo vari viaggi di “allenamento”, i nostri figli Elena e Luca (9 e 6 anni) ci sembrano finalmente pronti per il loro primo viaggio intercontinentale.
L’itinerario del viaggio
Ci accolliamo il rischio, e scegliamo di organizzare, last minute, una vacanza itinerante in Marocco con i bambini. Ci sembra la meta ideale per godere del clima mite primaverile, e per provare un primo vero viaggio on the road. L’itinerario scelto è ambizioso: visitare la maggior parte delle principali attrazioni, dalle città imperiali al deserto, dalle catene montuose all’Oceano Atlantico. La guida consiglierebbe di farlo in 14 giorni ma noi ne abbiamo solo 10 e decidiamo di percorrerlo comunque tutto, comprimendo un po’ i tempi.
Come preparare la valigia
Per la il nostro viaggio alla volta del Marocco con i bambini partiamo con 4 trolley della misura “bagaglio a mano” e 4 zaini dove riponiamo l’abbigliamento necessario per affrontare 4 stagioni: dal piumino 100 grammi al costume e infradito.
Fès e Meknes
Meknes, la città imperiale
All’atterraggio a Fès, una delle più vecchie e grandi città medievali al mondo, il tempo non è dei migliori: diluvia e fa freddo, come in Italia. Ritiriamo la macchina e partiamo alla scoperta di un paese sul quale abbiamo riponiamo grandi aspettative.
La prima meta è la città imperiale di Meknes, dove giriamo per il souk alla scoperta dei tesori nascosti. Il primo impatto con la città non è dei migliori: non apprezziamo il caos e lo sporco. E la pioggia di certo non aiuta.
A Fès, su e giù per il centro storico con i bambini
Il sole che sorge visto dalla terrazza sul tetto del nostro Riad a Fès è, invece, uno dei momenti del Marocco che ci porteremo sempre nel cuore. La vista a 360° sulla medina ci dà subito l’idea di un microcosmo tutto da scoprire.
Il dedalo delle oltre 9.000 stradine che costituiscono il centro storico pedonale, infossato tra le colline, è talmente intricato che siamo ben felici di aver ingaggiato una guida locale. L’abbiamo scelta parlante italiano così i bambini possono dialogare direttamente con lui. Camminiamo su e giù per 6 ore in stradine pedonali che attraversano souk, quartieri ispano-moreschi, islamici ed ebraici.
Rientriamo al Riad nel tardo pomeriggio dopo 20 km percorsi a piedi. Siamo effettivamente stanchi ma molto soddisfatti del tour e della nostra guida Taufik, apprezzatissima dai bambini.
Il viaggio in macchina per raggiungere il deserto
La mattina dopo lasciamo la città per uno dei lunghi trasferimenti in macchina previsti dall’itinerario. Ci aspetta la prima attraversata dell’Atlante per raggiungere il deserto, al limitare della cittadina di Merzouga.
Dopo un veloce passaggio nella località montana di Ifrane, e la visita alle scimmiette che abitano nella vicina foresta, le 6 ore di viaggio in macchina ci regalano un susseguirsi di paesaggi affascinanti: picchi innevati, canyon colorati e verdi oasi che si estendono tra montagne color ocra.
Arriviamo in hotel al tramonto, un po’ provati dalle tante ore di viaggio senza sosta, ma subito rigenerati da un tuffo in piscina tra l’entusiasmo dei bambini.
La notte nel deserto
In attesa di vivere una delle attrazioni più attese del viaggio, la notte nel deserto, trascorriamo la giornata tra i bagni in piscina e la ricerca di fossili, di cui la zona di Erfoud è ricca. Si possono ammirare anche in un piccolo ma fornito museo locale.
Nel pomeriggio, lasciamo la macchina per salire a dorso del dromedario e raggiungere la nostra tenda tra le dune. I bambini sono ovviamente elettrizzati, e anche a noi adulti non dispiace per niente guardarli scivolare sulla sabbia mentre aspettiamo rilassati il tramonto tra le dune.
Cena berbera e serata con musica tipica sono un must degli accampamenti per turisti nel deserto, ma le immagini che ci porteremo a casa sono senza dubbio quelle di un cielo stellato che rimiriamo con il naso in su facendo a gara tra chi vede più stelle cadenti.
Verso Ouarzazate, nella strada dalle mille kasbah
All’alba, dopo le foto di rito e un’altra camminata sul dromedario, è già tempo di riprendere il nostro viaggio verso Ouarzazate. Visitiamo le affollate ma suggestive gole del Todra e percorriamo la strada delle mille kasbah, cittadelle di paglia e fango che nel sud del Marocco erano di solito castelli appartenuti a singole famiglie.
Ci fermiamo a visitare la kasbah Amridil a Skoura che, grazie al museo realizzato nella frescura delle sue stanze, ci permette di avere un’idea dello stile di vita e delle tradizioni berbere.
Visitiamo anche il vicino museo dell’acqua dove le vasche cristalline ci inviterebbero a fare un bel tuffo, vista la calura. Purtroppo, ci aspetta un altro pomeriggio da trascorrere in macchina.
La strada è scorrevole e ci godiamo il paesaggio in attesa di arrivare in serata nel Riad prenotato a Ouarzazate. Appena entriamo veniamo accolti e avvolti da un piacevole profumo di rosa, una delle specialità della zona che arriva dai roseti della vicina valle delle rose.
Ouarzazate
Il centro di Ouarzazate è piccolo ma decidiamo comunque di avvalerci di una guida, sempre parlante italiano, che ci accompagna nella visita della kasbah in ristrutturazione. Per la gioia di Luca, abbiamo anche l’occasione di salire sul minareto e ammirare la città dall’alto sotto lo sguardo delle cicogne appollaiate nel loro nido.
Ouarzazate e il museo del cinema
Dalla storia della città, passiamo a quella della più importante attività economica: il cinema. Non poteva mancare una visita al museo del cinema e agli Atlas Sudios dove ci divertiamo a passare da una catacomba romana a un palazzo dell’antica Grecia a una piramide egizia.
Ait Ben Haddou, Patrimonio Unesco
Ripresa la macchina, visitiamo l’imperdibile kasbah di Ait Ben Haddou, Patrimonio dell’Umanità Unesco, circondata da rocce colorate che ricordano i paesaggi dell’Arizona, per poi muoverci verso Marrakech.
Ci aspetta uno dei trasferimenti più estenuanti di tutto il viaggio. La strada si inerpica sulle montagne dell’Alto Atlante superando i 2.000 mt di altitudine e i continui cantieri per l’allargamento della strada rallentano ancora di più l’andatura.
Marrakech
All’arrivo a Marrakech ci accogliere il caotico traffico cittadino. Nonostante la stanchezza e le difficoltà legate alla circolazione stradale, riusciamo a trovare parcheggio e arrivare nel nostro meraviglioso Riad, un’oasi di pace nella città.
Per cena ci rechiamo nella famosa piazza Jamaa el Fna e, cosa che non facciamo mai quando siamo all’estero, andiamo a mangiare una pizza e un piatto di spaghetti in un ristorante italiano. È un premio per la pazienza che i bambini hanno avuto durante i lunghi viaggi in macchina e per fare una pausa dal buonissimo ma un po’ monotono cibo marocchino che non rientra proprio tra i preferiti di Elena a causa del largo uso di spezie.
Marrakech non si rivela essere la tappa ideale per la visita con i bambini. Nonostante l’aiuto della guida per muoversi e visitare agevolmente palazzi, souk e negozi, l’afa, il caos e lo smog provocato dai motorini che scorrazzano per le strette viuzze non ci invitano a girare per la città.
Decidiamo così di concederci un pomeriggio in una spa per famiglie dove proviamo il rituale dell’hammam seguito da un rilassante massaggio, apprezzatissimo da tutti e 4.
Essaouira, la città del vento
La mattina dopo siamo di nuovo in macchina per il penultimo trasferimento del viaggio. Ci spostiamo sulla costa e raggiungiamo Essaouira. La strada è scorrevole e veloce, anche fin troppo visto che, come molti turisti, paghiamo la nostra multa di 10 euro per eccesso di velocità. I punti di controllo sono numerosi, ben mimetizzati e rigorosi nel far rispettare i limiti.
Purtroppo, papà Michele ha la febbre così, dopo averlo lasciato in hotel a riposare, parto con i bambini alla scoperta della tranquilla Essaouira. Il vento è molto forte, non per nulla si chiama la città del vento, e questo rende la visita ai bastioni ancora più divertente. Concludiamo il pomeriggio rilassandoci e giocando sulla spiaggia della città prima di concederci una cena a base di pesce in uno dei tanti locali.
Ultima tappa, Casablanca
Per fortuna il papà si è ripreso e, caricati i bagagli in macchina, affrontiamo l’ultimo trasferimento a Casablanca. Arriviamo in tempo per visitare l’imponente e stupefacente moschea, e concludiamo con una vista al Marocco Mall per prendere l’ascensore immerso nell’acquario circolare. L’ultima notte ci regala un’altra bella sorpresa: la possibilità di trascorrere un po’ di tempo in un appartamento marocchino riccamente arredato. L’abbiamo scelto vicino all’aeroporto poiché il volo è alle 7 di mattina e in Marocco sono necessarie circa 3 ore di controlli per poter uscire dal paese.
In Marocco con i bambini, sì o no?
Il Marocco è un paese che ti colpisce e affascina allo stesso tempo, ricco di paesaggi mozzafiato e testimonianze storiche di come la cultura berbera, araba ed europea, cristianesimo, islam ed ebraismo abbiano convissuto e convivano tutt’oggi pacificamente.
Per i bambini è stata l’occasione di immergersi in una cultura diversa dalla nostra: vivere al ritmo delle preghiere dei muezzin, provare nuovi gusti e sapori, rievocare i riti storici del tè alla menta e l’hammam, andare a caccia di fossili e attraversare le dune del deserto sul dorso di un dromedario!
Per loro, ma non solo, è stato un viaggio impegnativo, che ha richiesto un po’ di pazienza in alcuni momenti, ma che è stata ampiamente ricompensata in altri. In conclusione, andate in Marocco con i bambini, non ne rimarrete delusi.
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