Una guida per scegliere quali oasi naturalistiche visitare con i bambini: aree protette sparse su tutto il territorio nazionale e gestite essenzialmente da due associazioni: il Wwf e la Lipu.
Oasi Naturalistiche, una rete di ambienti protetti
Le oasi naturalistiche nascono in Italia a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, in contemporanea con lo sviluppo di una coscienza ambientalista anche nel nostro Paese. Nascono innanzi tutto come luoghi dove la caccia è vietata, e quasi sempre la loro formazione si deve alla spinta delle associazioni ambientaliste alle quali ne è poi affidata la gestione. Fra Wwf e Lipu se ne contano oggi 135 con oltre 38mila ettari di ambiente protetto e caratterizzato da una gestione che ha valore conservativo e didattico: nelle oasi si va a scoprire la natura, ma se lo si fa anche usufruendo delle preziose guide dei volontari si torna a casa con un arricchimento maggiore.
La prima Oasi del Wwf, in Toscana
Partiamo dalle più “antiche”. La primissima oasi naturalistica in Italia è stata aperta dal Wwf nel 1967 in Toscana, ed è l’Oasi del Lago di Burano (Grosseto): è un’ex riserva di caccia di 410 ettari costituita da un tratto intatto di costa con duna sabbiosa e macchia, e un lago retrodunale salmastro dominato da una torre, ospita anche un giardino di farfalle.
La prima oasi della Lipu, in Piemonte
La prima oasi della Lipu, invece, è stata costituita nel 1979 in Piemonte nell’area umida di Crava Morozzo (Cuneo) ed è ora inserita all’interno del Parco regionale del Marguareis. Oltre alle specie sedentarie, durante la stagione migratoria l’oasi è un punto di sosta per moltissimi altri uccelli, fra cui l’airone rosso e cenerino e il cavaliere d’Italia, che negli ultimi anni ha anche cominciato a riprodursi qui.
Ogni oasi ha caratteristiche uniche
Molte oasi nascono anche in luoghi fortemente antropizzati e poi abbandonati. Un esempio sono le ex cave di argilla che, dismessa l’attività estrattiva, hanno dato vita ad aree umide presto rigenerate dalla flora e abitate dagli animali. Come dire che la natura appena può si riprende ciò che è suo. È il caso, per esempio, delle Cave di Noale (Wwf) e delle Cave Gaggio (Lipu), entrambe nel Veneziano.
Le più belle Oasi Wwf
In occasione dell’ultima “Giornata delle Oasi”, il 18 maggio, lo stesso Wwf ha scelto i propri fiori all’occhiello. Oasi che sono state determinanti nella salvaguardia di alcune specie, come l’Oasi di Monte Arcosu, in Sardegna: alla sua formazione, nel 1985, vivevano una settantina di cervi sardi, ora ce ne sono più di mille. Nel Parmense l’Oasi dei Ghirardi ha rappresentato una delle aree di ricolonizzazione per il lupo, grazie alla quale la specie si è ripresa nell’Appennino settentrionale. Nell’Oasi di Orbetello (Grosseto) sono tornati a nidificare con successo i falchi pescatori, specie in grande difficoltà nel Mediterraneo. Mentre l’Oasi Gole del Sagittario (L’Aquila) è un corridoio naturale fondamentale per la tutela dell’orso bruno marsicano.
Insomma, c’è davvero l’imbarazzo della scelta delle oasi da visitare, data la loro diffusione – per fortuna – molto capillare e le caratteristiche uniche che ciascuna ha. Che sia per una gita di un giorno o una tappa delle vostre vacanze, sicuramente avrete la possibilità di visitarne una consultando l’elenco del Wwf o della Lipu, verificando orari di apertura ed eventuali attività proposte.
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