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Come spiegare la guerra in Ucraina ai bambini?

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Come spiegare la guerra in Ucraina ai bambini? Dopo due anni di pandemia globale, con telegiornali saturi di malati e ospedali, storie di guerra invadono pesanti le nostre vite, e quelle dei nostri figli.

Bambini e bambine, dalle scuole primarie in su, non vivono infatti isolati in una bolla, ma vengono continuamente esposti alle notizie, anche quelle che parlano di situazioni difficili dove anche i loro coetanei sono vittime dei conflitti.
Ma come spiegare la guerra ai piccoli, senza impressionarli, senza aggiungere ulteriori traumi psicologici a quelli già inflitti dalle forti limitazioni alla socialità degli ultimi anni?
Come condividere con loro la tragedia, per renderli empatici, ma non traumatizzarli?

Ci aiuta in questa riflessione Teresa Farroni, Professoressa al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione all’Università degli studi di Padova.

Guidiamo i piccoli nella fruizione delle notizie sulla guerra in Ucraina

Come genitori, il nostro compito è rassicurare i bambini che sono al sicuro, poiché è fondamentale che un bambino si senta protetto.

Avviare una semplice conversazione può anche essere un’opportunità per capire se i nostri figli hanno realmente capito la situazione e se sono interessati a parlarne. Dobbiamo tuttavia tenere in considerazione che, se non sono interessati a parlare della guerra, non c’è bisogno di insistere: potrebbero non essere ancora preoccupati e i bambini piccoli non dovrebbero essere costretti a rendersene conto.

Cercare di capire ciò che i nostri figli già sanno può darci un buon punto di partenza per intavolare una discussione. Essere un buon ascoltatore e mostrare ai nostri figli che siamo coinvolti nell’ascoltare ciò che pensano. I nostri figli potrebbero aver sentito alcune informazioni senza essere in grado di dare un senso alle cose. Oppure potrebbero aver visto e sentito dai media particolari eccessivamente cruenti, senza che noi fossimo consapevoli che stessero guardando.

In genere, i genitori dovrebbero essere onesti con i propri figli. Tuttavia, ciò non significa sopraffarli con informazioni non necessarie.

Si deve dunque mantenere la discussione appropriate per il livello di età. Non minimizzare la gravità della guerra, ma tener presente che i propri figli non hanno bisogno di conoscere tutti i dettagli di quello che sta succedendo. Atteniamoci ai fatti senza fare previsioni catastrofistiche.

Guidiamo quindi i piccoli nella fruizione delle notizie sulla guerra in Ucraina, calibrando una comunicazione adeguata alla loro età, alla loro maturazione e ai loro interrogativi.

Individuiamo il messaggio che vogliamo lasciar passare. Possiamo essere preoccupati, ma non è giusto trasmettere sentimenti di angoscia o le nostre paure, al contrario il nostro ruolo è quello di tranquillizzare i nostri figli.

Spieghiamo la guerra, ma raccontiamo anche la speranza

“Tuo figlio probabilmente vorrà sapere perché siamo in guerra. Metti in chiaro che la violenza non è un buon modo per risolvere il conflitto, ma a volte i paesi decidono di dover iniziare una guerra per mantenere le persone più al sicuro in futuro. Mantieni la tua spiegazione semplice dicendo qualcosa del tipo: “La guerra talvolta ha lo scopo di impedire che in futuro accadano altre cose brutte o per proteggere determinate popolazioni.”

Possiamo quindi spiegare che al mondo esistono ingiustizie, che persone (e bambini) soffrono e vengono uccisi anche se innocenti.
Cos’è la guerra? Uno scontro armato tra due Stati, un modo sbagliato di affrontare contrasti e problemi, senza dialogo.
La guerra a volte è l’esito finale di una forma bullismo all’ennesima potenza, di un popolo su un altro popolo. Quando il popolo aggredito non si arrende, si arriva al conflitto armato.

Iniziamo a parlare in famiglia dei valori di giustizia, di pace e di solidarietà. Ci sono bambini che soffrono, con le loro famiglie, ma anche organizzazioni umanitarie che si mobilitano per aiutarli.
Per soccorrere le famiglie ucraine si stanno muovendo tutti gli Stati, accogliendo i rifugiati, inviando generi di prima necessità (e non solo!) a chi rimane.

Raccontiamo la guerra, ma raccontiamo anche la speranza. Anche se a noi sembra un mondo crudele e ingiusto, è nostro dovere lasciare per loro uno spiraglio di luce.

Evitiamo gli stereotipi dannosi

Parlare male di un determinato gruppo di persone o di un paese specifico potrebbe portare i propri figli a sviluppare pregiudizi. Quindi è preferibile essere cauti e non fare dichiarazioni perentorie quando parli di guerra o di terrorismo. Manteniamo la concentrazione sull’essere informato ed educato, invece che sulla vendetta.”
Ad esempio, nell’attuale guerra Russia Ucraina, è meglio non generalizzare, parlando di russi che attaccano l’Ucraina, ma chiariamo che la decisione è stata presa dal presidente e pochi oligarchi, non dal popolo russo.

Spieghiamo la guerra ai bambini, con l’aiuto dei libri

Infine, facciamoci aiutare dai libri. Save the Children ha raccolto alcuni consigli di lettura per bambini dalle scuole primarie alle scuole secondarie di primo grado. Si tratta di letture tematiche sulla guerra e sulla pace che possono aiutare i bambini a riflettere su questi temi così delicati e importanti.

Diamo il nostro piccolo contributo alle famiglie ucraine

Dal 24 febbraio, inizio delle operazioni militari contro l’Ucraina, sono più di mezzo milione i profughi – soprattutto bambini, donne e anziani – numero destinato a crescere se le ostilità non cesseranno.
Contribuire con UNICEF agli interventi di emergenza per i bambini dell’Ucraina può essere un piccolo gesto per te, ma un grande esempio di solidarietà da dare a tuo figlio e un grande aiuto per queste famiglie.

Le immagini dell’articolo sono tratte dalla pagina Facebook di Unicef.

Leggi anche l’articolo Giorno della memoria: come raccontarlo ai bambini?

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Teresa Scarselli

Teresa Scarselli

Autrice, editor e SMM del portale Kid Pass, si occupa di comunicazione, promozione e fruizione dei Beni culturali. È convinta che qualsiasi viaggio possa essere un’esperienza a misura di bambino… e genitori! Il suo obbiettivo è raccontare e rendere appagante la visita a borghi, città d’arte e musei per tutta la famiglia.

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