Il 12 maggio 2015, in occasione dello Sweep Day (il giorno della “spazzata”), 28 autorità in tutto il mondo si sono occupate della privacy dei bambini, in particolare tra gli 8 e i 13 anni, che navigano il web, vanno sui social e soprattutto scaricano app e giochi.
Lo scopo dello Sweep Day è quello di accrescere la consapevolezza della salvaguardia dei dati personali dell’ utente. Ogni volta che scarichiamo una app dal nostro smartphone, ci vengono richiesti dei dati personali. Per citarne solo alcuni: l’ identità, cioè i dati del nostro account; la geolocalizzazione; gli elementi multimediali presenti nel nostro telefono. Mentre l’ occhio è distratto, il nostro dito scorre tutte queste informazioni richieste verso il basso, fino a che non arriva al tasto “accetta” e il download può cominciare. Senza neanche accorgercene, abbiamo “venduto” parte della nostra vita, a chi sa quale compagnia, che chi sa in che modo e a che scopo utilizzerà i nostri dati.
Secondo unricerca svolta dalla Kaiser Family Fondation nel 2010, tablet e smartphone si cominciano a usare a un’ età sempre più precoce. “Molte società che gestiscono siti e sviluppano app, dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori”. Questa la dichiarazione del Garante della privacy, Antonello Soro, alla luce dei risultati dell’ indagine, ottenuti analizzando 35 casi tra siti e app, per lo più appartenenti al mondo dei giochi o al settore educational, servizi online di canali Tv per l’ infanzia fino ad arrivare ai social network. 21 su 35 presentano profili a rischio “evidenziano poca trasparenza in merito alla raccolta, all’ utilizzo dei dati personali e alle autorizzazioni richieste per scaricare le app su smartphone e tablet, presenza di pubblicità e rischi che i bambini vengano reindirizzati verso siti non controllati”.
Ecco i risultati dell’ indagine a livello globale.
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