Giocare per crescere felici: l’importanza del tempo libero per i bambini
Immaginiamo di essere catapultati in uno dei mondi fantastici che fanno da sfondo alle storie che amiamo. I protagonisti delle fiabe, dei romanzi per ragazzi, dei fumetti e dei videogiochi vivono avventure straordinarie, esplorano foreste incantate e parlano con creature magiche. Ma questa magia non è solo nella letteratura: si ritrova con forza anche nel gioco, dove i bambini danno libero sfogo alla fantasia e alla creatività. Per Aristotele era fondamentale giocare per crescere felici e realizzati: scopri perché il tempo libero è essenziale per i bambini nello sviluppo di creatività, autonomia e benessere.
Il tempo libero secondo Aristotele
Già ai tempi dell’antica Grecia, filosofi come Aristotele si domandavano in che modo l’essere umano potesse condurre una vita felice e realizzata. Nel suo concetto di eudaimonia (che si può tradurre come ‘felicità, pienezza, benessere’), Aristotele dava grande importanza al tempo libero, la scholé (che letteralmente significa ‘Ozio’ e che è all’origine della nostra parola ‘Scuola’).
Oggi, se pensiamo al gioco dei bambini, ma anche al gioco in generale, vediamo riflesso quel tempo libero di cui parlava il filosofo: uno spazio per coltivare passioni, creatività e riflessioni che getteranno le basi per il benessere futuro.
Felicità, gioco e realizzazione di sè
Per ‘sti Greci, Aristotele in particolare, la felicità non è un’emozione fugace, ma la realizzazione più profonda di ciò che siamo. I bambini, quando giocano, incarnano perfettamente lo spirito della ‘eudaimonia’: agiscono in armonia con la loro curiosità, esplorano, inventano e si sentono liberi di essere pienamente se stessi.
Giocare per sperimentare in libertà
Per questo è importante il ‘tempo libero’ (la scholé che Aristotele contrapponeva appunto alle fatiche quotidiane). Vale per i più piccoli ma vale anche per noi: se si hanno troppe cose da fare si perde lo spazio per creare, per immaginare, per crescere. Tempo libero, infatti, non significa non fare niente, bensì dedicarsi a quelle attività che ci arricchiscono interiormente. Per i bambini, vuol dire avere la possibilità di sperimentare e sbagliare senza timore di essere giudicati.

Giocare per imparare
I bambini, mentre giocano, stanno anche imparando a conoscere se stessi e il mondo, costruendo passo dopo passo la propria strada verso la serenità. Quando vivono un’avventura immaginaria – e va bene tutto: essere esploratori di mondi sconosciuti o piccoli chef – si trovano a dover risolvere situazioni, sperimentare soluzioni creative, improvvisare regole. Ogni problema diventa un puzzle da risolvere attraverso logica, spirito d’iniziativa e cooperazione con gli altri. Questo è un potente allenamento per la mente: scoprono nuove strategie, testano ipotesi e, spesso senza rendersene conto, imparano a sviluppare un pensiero critico.
Le virtù del gioco
Aristotele sosteneva che le virtù – come la generosità, la prudenza, la pazienza – si apprendono gradualmente grazie alla pratica. Nel gioco, i bambini sanno confrontarsi con concetti importanti: si alternano (virtù della giustizia), condividono i propri giocattoli (generosità), imparano ad aspettare il proprio turno in un gioco di squadra (pazienza). Queste piccole lezioni di vita si fissano nella memoria in modo più solido rispetto a una spiegazione teorica. Nel mondo del “facciamo finta che”, l’esperienza è vissuta in prima persona e con entusiasmo.
Fare amicizia con la Noia
Un elemento essenziale dell’antica idea di scholé è la possibilità di avere tempo libero da riempire in modo spontaneo. I bambini di oggi, spesso impegnatissimi tra scuola, sport e corsi vari, a volte non conoscono il valore della noia. Eppure la noia è una grande alleata: stimola la creatività, accende la fantasia e rende i bambini protagonisti dell’invenzione del proprio divertimento.
Giocare insieme, ma non troppo
Ovviamente, i genitori o gli educatori possono (e dovrebbero) giocare con i bambini. È un modo stupendo per creare un legame profondo e mostrare interesse per ciò che amano fare. Allo stesso tempo, però, è importante lasciare loro spazi di autonomia, in cui possono decidere le regole, gestire i conflitti e godersi la libertà di sperimentare senza il controllo degli adulti.
Una lezione di felicità
Visto così, il gioco non è più un “riempitivo” tra un impegno e l’altro, ma un momento per imparare a conoscersi. Un gioco libero e intelligente è un’opportunità per esplorare il mondo con coraggio e curiosità, allenando la mente e il cuore (e proprio per questo è una cosa che dovremmo fare anche noi cosiddetti ‘’adulti’’).
Proprio come insegnava Aristotele tanti secoli fa, il vero benessere nasce dalla scoperta di ciò che ci rende vivi e felici. E, in questo, il gioco – semplice, spontaneo, pieno di fantasia – è un maestro insostituibile.
Leggi anche: Aristotele, il maestro
0 commenti