“Cosa vuoi fare da grande?”
La classica domanda rivolta ai bambini da familiari e insegnanti. La risposta ha spesso influenzato la scelta degli studi e della professioe, ma d’ ora in avanti sarà sempre più difficile immaginarlo con largo anticipo. I lavori del futuro del 65% dei bambini che oggi frequentano le elementari, saranno professioni che ancora non esistono. A dirlo è uno studio del World Economic Forum, la nota fondazione senza fini di lucro, che organizza ogni anno a Davos un simposio dove i leader della politica e dell’ economia di tutto il mondo si incontrano con giornalisti ed altri esponenti di alto livello per discutere di tematiche urgenti sull’ andamento dell’ economia, ma anche di tecnologia, ambiente e salute.
Possiamo affermare che questa sia una buona notizia?
Forse sì perché questo ammortizza almeno in parte il rischio di nuova disoccupazione generata dal progresso tecnologico. Questo stesso progresso creerà una inedita domanda di professioni “future” quindi che ad oggi non riusciamo ad immaginare. Non dobbiamo stupirci di fronte a previsioni come questa. Basti pensare al fenomeno dell’ esplosione dei dati che ha fatto nascere e ha reso richiestissima la figura del data scientist, ossia di colui che analizza i dati, un professionista -quindi non uno scienziato o un ricercatore- che è il portatore di una serie di competenze che permettono alle aziende di sfruttare i dati disponibili.
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