Quali sono i sintomi delle allergie nei bambini? Quando è necessario fare il test?
Abbiamo risposto a queste domande con il supporto della specialista del Policentro Pediatrico di Milano, la dottoressa Elisa Sabbioni, pediatra allergologa.
Cosa è l’allergia alimentare e quali alimenti la può provocare
L’allergia alimentare è una reazione avversa che può interessare diversi organi e apparati, che si manifesta dopo l’assunzione di un determinato alimento.
In età pediatrica i cibi che più frequentemente sono implicati in reazioni allergiche sono il latte, la soja, il grano, l’uovo, la frutta a guscio ed il pesce.
Le reazioni allergiche possono interessare diversi organi, possono manifestarsi con vari livelli di intensità e gravità, e possono comparire immediatamente dopo l’assunzione o anche a distanza di alcune ore dal contatto. Ricordiamoci che un determinato alimento può indurre una risposta patologica nel nostro organismo non solo quando ingerito, ma anche attraverso il semplice contatto cutaneo o l’inalazione.
Quali sono i sintomi dell’allergia alimentare nei bambini e non solo
Vediamo quali sono i più comuni sintomi delle allergie alimentari, suddividendoli in base all’apparato interessato:
- Apparato digerente: prurito/edema al cavo orale, vomito, dolori addominali, diarrea
- Cute: dermatite, orticaria, angioedema
- Apparato respiratorio (più raramente coinvolto): rinite, asma, laringospasmo
Come si può osservare i sintomi elencati sono molto comuni e possono ritrovarsi anche in diverse altre patologie pediatriche (ad esempio un bambino con vomito e diarrea potrebbe avere una “banale” gastroenterite virale).
Fortunatamente solo in una piccola percentuali di pazienti l’allergia si manifesta come shock anafilattico, una reazione sistemica molto grave, con collasso cardio-circolatorio, che necessita di un trattamento rapido e mirato.
Che mezzi abbiamo a disposizione per fare diagnosi di allergia alimentare?
La cosa principale e, probabilmente la più importante per un corretto inquadramento diagnostico, è raccogliere una anamnesi accurata sia per quanto riguarda i sintomi, sia per quanto riguarda le tempistiche di comparsa dopo l’assunzione dell’alimento sospetto.
Successivamente è possibile effettuare dei test allergici cutanei, chiamati prick test, che consentono nell’applicare sulla cute dell’avambraccio delle gocce di estratti dei vari alimenti e pungere la pelle con un piccolissimo ago in modo da far penetrare un po’ di sostanza nell’epidermide. In caso di positività, dopo circa 15 minuti, si osserverà la comparsa di un pomfo cutaneo, iperemico e pruriginoso. Questo tipo di test ci consente di valutare la presenza di anticorpi di tipo IgE rivolti verso specifici alimenti.
Se non fosse possibile effettuare i prick test (ad esempio presenza di dermatite estesa o recente assunzione di antistaminico) possiamo ricercare le IgE specifiche verso i vari alimenti attraverso un prelievo di sangue.
Talvolta le reazioni allergiche non riconoscono un meccanismo IgE mediato ed è quindi possibile che i test cutanei e il dosaggio delle IgE su sangue sia negativo, ma che il nostro bambino sia comunque allergico a un dato alimento. In questo caso può essere utile una dieta di esclusione che ci consenta di verificare se i sintomi scompaiono dopo aver evitato con attenzione l’alimento sospetto.
In conclusione, l’allergia alimentare è una patologia complessa e variegata, che non sempre ha dei percorsi diagnostici semplici e lineari. E’ fondamentale una attenta osservazione dei sintomi da parte dei genitori e la scelta dei test più appropriati per il singolo bambino da parte del pediatra.
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