L’importanza della Giornata Internazionale del Bambino
Cosa significa davvero essere bambini nel mondo di oggi? E noi, come adulti, stiamo facendo abbastanza per custodire la magia dell’infanzia? La Giornata Internazionale del Bambino, che si celebra il 20 novembre, è il momento ideale per fermarsi e riflettere sul ruolo cruciale che ognuno di noi ha nel proteggere i più piccoli.
L’infanzia secondo i filosofi
Nella storia occidentale, pensatori e pedagogisti hanno spesso parlato dell’importanza di rispettare e comprendere l’infanzia come una fase unica della vita. Jean-Jacques Rousseau, nel suo celebre trattato ‘Emilio, o dell’educazione’, ci invita a vedere il bambino non come un adulto in miniatura, ma come un essere con pensieri, emozioni e bisogni tutti particolari. Nelle sue parole: “L’infanzia ha modi di vedere, pensare e sentire che le sono propri”.
Questa impostazione ha i suoi esiti nella contemporaneità e nella storia recente, basti pensare allo spesso sbandierato (e poco applicato) Metodo Montessori. Si parla spesso di rispetto per il bambino e di promozione della sua indipendenza, ma come possiamo tradurre queste idee nella realtà quotidiana?
I diritti dei bambini e la Convenzione ONU
Un passo indietro. I diritti dei bambini, sanciti dalla ‘Convenzione sui Diritti dell’Infanzia’ adottata dalle Nazioni Unite nel 1989, comprendono il diritto all’istruzione, alla salute, al gioco e all’espressione delle proprie opinioni. Eppure, molti bambini nel mondo – e anche nel nostro paese – continuano a vivere in condizioni di vulnerabilità.
Il solito ‘bambino interiore’
Cosa facciamo, noi, ad esempio per garantire questi diritti ai bambini che abbiamo intorno, e che, a qualunque titolo, fanno parte della nostra vita? E poi, tanto per cascare definitivamente nella retorica, cosa facciamo per il nostro (termine abusato) bambino interiore?
Possiamo conservare, nonostante tutte le difficoltà, la capacità di vedere il mondo con meraviglia. Lasciarci lo spazio per essere giocosi, per ridere e sognare, non solo ci aiuta a vivere in modo più leggero, ma anche a comprendere meglio i bambini attorno a noi. Se siamo in grado di entrare in sintonia con il nostro lato infantile, possiamo creare un dialogo più autentico e profondo con i più piccoli, offrendo loro un esempio di vita serena e aperta alla scoperta. Nessuno, alla fine, si sente mai veramente ‘adulto’ (io devo ancora capire che cosa significa).

Responsabilità e leggerezza: un equilibrio necessario
Sia come sia, la nostra posizione è particolare: da un lato, è bene essere consapevoli e responsabili, capaci di riconoscere e affrontare le difficoltà che ostacolano il benessere dei bambini che abbiamo attorno, provare a porci in un qualche ruolo di ‘guida’. D’altra parte, è essenziale mantenere vivo il nostro spirito infantile, lasciando spazio alla leggerezza e alla fantasia. Questo è un favore che dobbiamo sopratutto a noi stessi, fidatevi. Quindi sì. La Giornata Internazionale del Bambino è sicuramente un’opportunità per rinnovare il nostro impegno verso i più piccoli, per fare la differenza iniziando dalle solite piccole cose: dedicare tempo di qualità ai bambini che abbiamo vicini, per esempio, è la più facile e immediata.
La Giornata Internazionale del Bambino: un impegno verso il futuro
La ricorrenza, però, può anche servici per ricordarci di essere un po’ più bambini anche noi, perché quella che ci separa non è poi questa grande voragine. Siamo simili, siamo diversi. Per dirla con una frase erroneamente attribuita a Carl Gustav Jung: “Se vi è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino, dovremmo prima esaminarlo bene e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi”. Il lavoro sui figli passa da un lavoro su di noi. Il futuro è nelle mani dei nostri bambini, ma la responsabilità di guidarli e proteggerli è nelle nostre.
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