Perché coltivare un orto con i bambini?
Sono tempi di rinnovata sensibilità ambientalista, green. Piante ovunque: sugli imballaggi nei supermercati, sui vestiti, nelle pubblicità. Nonostante questo, sono pochi quelli che hanno effettivamente la possibilità di avere a che fare con il verde. Viene da chiedersi se dovermmo farlo di più. Scoprite in questo articolo come coltivare l’orto con i bambini possa insegnare tanto sul coltivare anche la loro crescita personale e la loro educazione.
Coltivare un orto con i bambini, coltivare se stessi
C’è un’idea, tanto banale quanto potente, che unisce natura e pensiero: prendersi cura di un orto significa prendersi cura anche di se stessi. E non è un caso che illustri pensatori abbiano spesso utilizzato la metafora della crescita e della coltivazione per spiegare i meccanismi dell’educazione e della responsabilità. Basti pensare a Jean-Jacques Rousseau, che nel suo celebre trattato Emilio, o Dell’educazione sottolineava quanto il contatto diretto con la natura fosse fondamentale per lo sviluppo morale e intellettuale di un bambino. Ogni piantina è come un piccolo allievo: ha bisogno di tempo, di cure e di un ambiente favorevole per crescere al meglio.
Oggi giochiamo con questa analogia.
Preparare il terreno
Come si inizia a coltivare un orto? Prima di tutto, si sceglie il luogo: un angolo di giardino o un vaso sul balcone, purché possa ricevere luce a sufficienza. Poi si lavora la terra, si fa in modo che abbia le caratteristiche ‘’giuste’’. È una fase importantissima, perché getta le basi per tutta la crescita che verrà.
Questo vale anche per i più semplici obiettivi nella vita quotidiana: dobbiamo iniziare dalle fondamenta. Senza un terreno interiore ben nutrito, ogni nostro progetto rischia di appassire sul nascere. Preparare il terreno, in metafora, significa imparare a conoscere i propri limiti, le proprie passioni e i propri desideri, che sono il primo passo verso un’esistenza equilibrata. Traslando questa immagine alla sfera educativa, la “preparazione del terreno” equivale a creare un ambiente favorevole all’apprendimento e alla crescita personale. A casa, ciò si traduce in spazi sicuri, incoraggiamenti positivi e regole chiare.
La fiducia nel piantare un seme
Una volta pronto il terreno, ecco il momento clou: si interra il seme. Un atto che, se ci pensiamo bene, è di straordinaria fiducia. L’analogia qui è ripetuta talmente spesso che sembra superfluo richiamarla: ogni bambino, ogni adolescente, è come un seme. Minuscolo, fragile, eppure in esso è racchiuso il potenziale di un’intera pianta (di un’intera vita). Secondo Rousseau, bisogna permettere a ciascun bambino di sviluppare liberamente le proprie inclinazioni, offrendo gli stimoli giusti ma senza soffocare la sua spontaneità. Piantare il seme significa credere nella possibilità che, con le giuste cure, il bambino, così come come la pianta, manifesterà il proprio talento.
Il segreto della Crescita
Ogni orticoltore sa che, dopo aver piantato il seme, bisogna curarlo con dedizione: innaffiare, rimuovere le erbacce, controllare che il terreno non sia né troppo secco né troppo inzuppato. Prendersi cura di qualcosa che dipende da noi, fosse anche solo una piantina, coltiva la consapevolezza che le nostre scelte hanno conseguenze tangibili. I bambini hanno bisogno di incoraggiamenti, di riconoscimento dei loro progressi e di orientamento. Senza un sostegno adeguato, qualunque seme rischia di non germogliare o di crescere in maniera disordinata.
Può capitare che alcuni semi non nascano, o che alcune piante appassiscano nonostante le cure. La lezione che, qui, la natura dà è di umiltà: non tutti i tentativi vanno a buon fine, ma ogni insuccesso insegna qualcosa.
La gioia del risultato
Se va tutto secondo i piani, arriva poi il momento tanto atteso: i frutti iniziano a maturare, la pianta mostra fiori e colori. Raccogliere la prima zucchina o addentare un pomodoro appena colto regala una soddisfazione quasi commovente. Per un bambino, toccare con mano il risultato del proprio impegno è un’esperienza che accende un senso di orgoglio e di gratitudine.
Qui, la metafora dell’orto si intreccia ancor di più con la crescita personale: capire che il duro lavoro porta a risultati concreti è un insegnamento che rimane per sempre, un arricchimento interiore. Basti pensare ai progressi fatti in un hobby, nello studio o in una relazione: i frutti della costanza e della determinazione hanno un sapore impareggiabile.
Coltivare un orto con i bambini: il senso della metafora
Ecco allora che fare un orto con i bambini è al tempo stesso concreto e simbolico. Mettere le mani nella terra, osservarla trasformarsi, seminare e aspettare con pazienza i primi germogli ci insegna che ogni grande progetto, dai sogni personali all’educazione dei nostri figli, nasce dalla cura costante e dall’attenzione ai dettagli. Come in un rapporto, bisogna dedicarsi con amore, rispettare i tempi, avere fiducia, sapendo che non tutto andrà sempre come previsto: alcune piantine non cresceranno, altre ci sorprenderanno con un rigoglio inaspettato.
Seminare fiducia per il futuro
Seminare equivale ad avere fiducia nel futuro. Coltivare piante e coltivare persone sono gesti che si specchiano l’un l’altro: entrambi richiedono tempo, costanza, e la capacità di imparare dall’esperienza. Giardinaggio esteriore che distrae, distende i nervi, produce zucchini. Giardinaggio interiore che insegna a credere nelle nostre aspirazioni e a donare al mondo i migliori frutti di cui siamo capaci.
Come coltivare un orto con i bambini?
Potete imparare con il nostro video corso per bambini su Kid Pass Edu Creare un orto sul balcone. Buon divertimento!

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