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Viterbo con i bambini, storie nella storia

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Siamo in Tuscia, antica terra degli Etruschi, e a Viterbo avrete modo di raccontare la loro e tante altre mirabolanti storie ai vostri bambini.
Qualche anticipazione? La storia del più grande quartiere medioevale europeo, di un palazzo papale scoperchiato, di una città sotterranea, della macchina di Santa Rosa. Santa Rosa aveva una macchina? Vi ho incuriosito? Allora… buona lettura!

Viterbo, cuore della Tuscia

C’era una volta la Tuscia, cuore dell’Etruria e della civiltà etrusca, che comprendeva la Toscana, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale. Oggi quel nome è rimasto per la sola provincia di Viterbo, il cui territorio è costellato di necropoli e insediamenti, che testimoniano la presenza capillare dei misteriosi antichi italici.

Per scoprire qualcosa di più su di loro, al Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz potrete ammirare reperti preziosi, come una vera biga etrusca, rinvenuta nella sepoltura di una gentildonna assieme ai resti di una coppia di cavalli.
Al pianterreno la ricostruzione di alcuni ambienti domestici, aiuteranno i bambini a comprendere meglio la vita e le consuetudini di questo popolo.

Viterbo medioevale

Il Medioevo viene considerato l’epoca di maggior ricchezza per Viterbo, grazie alla sede pontificia e alla posizione favorevole lungo la Via Francigena, lo storico itinerario dei pellegrinaggi verso Roma. In questo periodo la città si strutturò dal punto di vista urbanistico, con quel tessuto architettonico che ancora oggi la caratterizza.

Il cuore pulsante del centro storico, raggiungibile anche con un comodo ascensore dal parcheggio Valle Faul, è il quartiere medievale di San Pellegrino: tra i meglio conservati in Italia, è anche il più esteso d’Europa. Vicoletti silenziosi, piazzette raccolte, casette con delicate decorazioni sulle facciate: respirate l’atmosfera che permea questo luogo e divertitevi ad osservarne le peculiarità.

I bambini noteranno subito alcune particolari caratteristiche architettoniche di questa contrada. Ad esempio, il profferlo, ovvero una scala priva di balaustra, che permetteva l’accesso alle case dall’esterno, direttamente al primo piano. Ma anche le case-torri, piccole fortezze private e status symbol medioevali, la cui altezza veniva regolamentata dagli statuti comunali. Oppure le case a ponte, dove due edifici separati dalla strada sono accorpati da un ampliamento dei piani superiori.

Girovagando per il quartiere medievale di San Pellegrino troverete, scolpiti nella pietra,  simboli misteriosi (come la “T” dei Templari, la croce patriarcale, lo stemma con lo scudo, la rosa pentalobata) che testimoniano la presenza dei cavalieri Templari a Viterbo. Qui infatti l’ordine aveva una grande comanderia, come testimonia la Chiesa di Santa Maria alla Carbonara.

Viterbo bambini quartiere medioevale

Viterbo, la città dei papi

Tra il 1257 e il 1281, Viterbo fu designata sede pontificia da Alessandro IV, per allontanarsi dal clima ostile e pericoloso di Roma.
La città ospitò, durante tutto il Medioevo e il Rinascimento, per periodi più o meno lunghi, oltre 40 papi e la loro corte.
L’evento storico più curioso e che farà sorprendere e sorridere i nostri piccoli turisti risale al 1270, quando gli abitanti di Viterbo, stanchi di anni di indecisioni dei cardinali che dovevano eleggere il nuovo papa, li chiusero a chiave nella sala grande del Palazzo Papale (da qui il nome di conclave, cum clave, cioè “(chiuso) con la chiave” all’elezione dei pontefici) e ne scoperchiarono parte del tetto, esponendo i delicati religiosi al sole ed alle intemperie.

Sul pavimento del palazzo ci sono ancora i buchi che servirono a piantare i bastoni delle tende, utilizzate dai cardinali come riparo. Fu razionato il cibo e, cosa ancor peggiore per i viziosi ecclesiali dell’epoca, il vino. Si narra che un prelato, a causa delle disagiate condizioni, rinunciò addirittura ai voti pur di uscire dalla sala del conclave.
Nonostante gli espedienti, fu comunque l’elezione papale più lunga della storia, durata ben 1006 giorni dalla morte del papa precedente, per il forte disaccordo tra i cardinali.

Il palazzo papale è considerato il principale monumento della città, che spazia dallo stile romanico della prima edificazione ai rimaneggiamenti rinascimentali e barocchi.
Non perdetevi una passeggiata nell’elegante loggia, detta “delle Benedizioni”, che si apre sulla piazza con un gioco di archi sorretti da slanciate colonnine.

Viterbo bambini palazzo papale

Viterbo sotterranea

Si tratta di un reticolo di gallerie, ramificate sotto il centro storico, che conducono oltre la cinta muraria. Al momento, l’unico breve tratto praticabile si snoda per un centinaio di metri, disposti su due livelli (a tre e a otto metri di profondità) sotto Piazza della Morte.

I sotterranei sono scavati nel tufo rosso a scorie nere, roccia vulcanica che caratterizza il territorio della Tuscia. La loro genesi è controversa. Secondo teorie accreditate, il primo taglio nel tufo potrebbe risalire addirittura agli Etruschi. In quell’epoca, probabilmente, la struttura veniva utilizzata come sistema idraulico, cioè come cisterna per raccogliere e poi convogliare le acque piovane, attraverso la fitta rete di cunicoli.

Nel Medioevo questi luoghi assunsero l’aspetto attuale: furono ampliati tanto da diventare un autentico labirinto segreto, che in maniera capillare metteva in comunicazione le strutture nevralgiche e strategiche di Viterbo, senza dover passare per le strade esterne. Le gallerie, inoltre, conducevano verso tutte le uscite principali della città, assicurando la via di fuga ai viterbesi in caso di pericolo.

Nell’Ottocento gruppi di banditi hanno utilizzato i sotterranei  per sottrarsi alla legge, e infine, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la popolazione viterbese vi ha trovato riparo durante i bombardamenti.

Viterbo sotterranea

Viterbo e la macchina di Santa Rosa

Il tre settembre si svolge la tradizionale festa dedicata a Santa Rosa, patrona di Viterbo. Il momento più atteso e coinvolgente è la processione in cui sfila la “macchina di Santa Rosa”. Si tratta di un’elevata costruzione a forma di obelisco, un campanile che cammina, come viene definito, alto ben trenta metri e pesante cinque tonnellate, in cima al quale svetta la statua della Santa.

Cento uomini, chiamati Facchini di Santa Rosa, trasportano a spalla il baldacchino illuminato a festa nel buio della sera, lungo un percorso rituale che attraversa le strade di Viterbo. Il rito commemora l’antico evento della traslazione del corpo incorrotto di Rosa, avvenuta il 4 settembre del 1258.

Pensate che nei giorni precedenti viene organizzato il trasporto di una mini-macchina di Santa Rosa: mini-facchini, i bambini viterbesi, compiono lo stesso antico rito dei grandi con un baldacchino più piccolo.
La festa, radicata nella tradizione della comunità locale, rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane. Dal 2013 è inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’Unesco.

Viterbo e le terme

Narra la leggenda che Ercole, di passaggio nella Tuscia, fosse sfidato dagli Etruschi a dare prova della sua prestanza: l’eroe conficcò allora a terra un gigantesco palo, che nessuno riuscì a estirpare; lo fece lui, e dal gigantesco cratere lasciato nel terreno scaturì un fiotto d’acqua bulicante (che scaturisce bollente dal suolo). Da questo prodigio deriva il nome “Bulicame“, che ancor oggi identifica la sorgente principale del bacino termo-minerale viterbese.

Dopo la visita alla città, non fatevi quindi mancare la bucolica esperienza di immergervi in queste acque mitologiche. Gratuita, alle terme del Bulicame, o a pagamento, alle Terme dei Papi.

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Teresa Scarselli

Teresa Scarselli

Autrice, editor e SMM del portale Kid Pass, si occupa di comunicazione, promozione e fruizione dei Beni culturali. È convinta che qualsiasi viaggio possa essere un’esperienza a misura di bambino… e genitori! Il suo obbiettivo è raccontare e rendere appagante la visita a borghi, città d’arte e musei per tutta la famiglia.

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