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Responsabilizzare i bambini con la token economy

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Secondo gli psicologi comportamentali utilizzando gettoni o altri oggetti simbolici è possibile stabilire un contratto educativo con il bambino

Spesso ad un genitore, nel suo ruolo di educatore, capita di chiedersi come e se sia giusto premiare il proprio figlio per aver svolto una piccola faccenda domestica, come aver pulito la propria camera o aver aiutato il padre a lavare l’auto. Il problema che ci si pone è se il figlio sarà poi in grado di capire che il rinforzo (monetario o di altro tipo) è finalizzato a renderlo responsabile del suo comportamento e dell’aiuto che può dare in casa e se quindi manterrà nel tempo i miglioramenti ottenuti, o se si comporterà come chiede il genitore solo per raggiungere il premio.

Secondo gli psicologi comportamentali, la Token Economy (in italiano Economia a Gettoni), utilizzando gettoni o altri oggetti simbolici è possibile stabilire un contratto educativo con il bambino, avente lo scopo di modificare il comportamento del piccolo.

In cosa consistono i gettoni?

I gettoni rappresentano la moneta con cui viene “ripagato” il bambino per aver svolto un’azione corretta: possono essere utilizzate delle fishes, delle stelline o alcune semplici annotazioni su un foglio. A volte è consigliato anche prendere nota di quando e qual è stato il comportamento che si è deciso di lodare o di punire.

Quali sono i premi in palio?

Una Token Economy che preveda solo l’attribuzione di gettoni, senza ricompense finali, difficilmente funzionerà. È per questo che in ogni programma l’accumulo di tali monete è finalizzato ad ottenere un premio, meglio se di natura materiale. I premi possono consistere in denaro, giocattoli, alimenti ma anche in esperienze piacevoli, come ad esempio poter uscire con gli amici o passare più tempo alla tv. L’accumulazione stessa dei gettoni è mirata a far apprendere al bambino la capacità di differire nel tempo un desiderio, rimandandolo a quando esso potrà essere pienamente soddisfatto.

Come funziona questo sistema di guadagno?

Le azioni a cui si decide di dare un rinforzo devono essere chiare e specificate fin dall’inizio del programma. In ogni caso, attraverso la ripetitività nel guadagno dei gettoni, a lungo andare il bambino apprenderà facilmente quali comportamenti è necessario mettere in atto. Naturalmente tutto ciò dovrà essere adattato alle caratteristiche e alle abilità del bambino: parliamo quindi di un programma individualizzato e flessibile, nell’ambito delle potenzialità e delle capacità stesse del piccolo.

Solo rinforzi positivi o anche punizioni?

Alcuni programmi prevedono l’utilizzo esclusivo di un tipo di ricompensa positiva. Uno studio che metteva a confronto questa tipologia con una che includeva anche la presenza di punizioni, ha mostrato una maggior efficacia della prima, in quanto l’educatore era più attento a lodare le azioni corrette. Tuttavia ciò non toglie che l’utilizzo di sistemi punitivi sia efficace qualora si vogliano sopprimere comportamenti scorretti, anche se spesso la reazione è di ribellione o protesta.

Si ha un mantenimento dei risultati anche senza più un rinforzo?

Solitamente un programma statico, in cui ad un singolo comportamento corrisponde un rinforzo (positivo o negativo), ha un efficacia di mantenimento bassa un volta terminato. Se non c’è più alcuna ricompensa il bambino non avrà più un motivo per continuare ad agire correttamente. Per questo sono stati ideati programmi per livelli graduati, che permettono di passare da un livello all’ altro attraverso l’acquisizione di competenze sempre più complesse. Il livello più alto nella scala prevede la sospensione di qualsiasi tipo di rinforzo: a quel punto il bambino avrà imparato a mantenere un certo standard nel comportamento senza bisogno di una ricompensa esterna.

Spesso ad un genitore, nel suo ruolo di educatore, capita di chiedersi come e se sia giusto premiare il proprio figlio per aver svolto una piccola faccenda domestica, come aver pulito la propria camera o aver aiutato il padre a lavare l’auto. Il problema che ci si pone è se il figlio sarà poi in grado di capire che il rinforzo (monetario o di altro tipo) è finalizzato a renderlo responsabile del suo comportamento e dell’aiuto che può dare in casa e se quindi manterrà nel tempo i miglioramenti ottenuti, o se si comporterà come chiede il genitore solo per raggiungere il premio.

Secondo gli psicologi comportamentali, la Token Economy (in italiano Economia a Gettoni), utilizzando gettoni o altri oggetti simbolici è possibile stabilire un contratto educativo con il bambino, avente lo scopo di modificare il comportamento del piccolo.

In cosa consistono i gettoni?

I gettoni rappresentano la moneta con cui viene “ripagato” il bambino per aver svolto un’azione corretta: possono essere utilizzate delle fishes, delle stelline o alcune semplici annotazioni su un foglio. A volte è consigliato anche prendere nota di quando e qual è stato il comportamento che si è deciso di lodare o di punire.

Quali sono i premi in palio?

Una Token Economy che preveda solo l’attribuzione di gettoni, senza ricompense finali, difficilmente funzionerà. E’ per questo che in ogni programma l’accumulo di tali monete è finalizzato ad ottenere un premio, meglio se di natura materiale. I premi possono consistere in denaro, giocattoli, alimenti ma anche in esperienze piacevoli, come ad esempio poter uscire con gli amici o passare più tempo alla tv. L’accumulazione stessa dei gettoni è mirata a far apprendere al bambino la capacità di differire nel tempo un desiderio, rimandandolo a quando esso potrà essere pienamente soddisfatto.

Come funziona questo sistema di guadagno?

Le azioni a cui si decide di dare un rinforzo devono essere chiare e specificate fin dall’inizio del programma. In ogni caso, attraverso la ripetitività nel guadagno dei gettoni, a lungo andare il bambino apprenderà facilmente quali comportamenti è necessario mettere in atto. Naturalmente tutto ciò dovrà essere adattato alle caratteristiche e alle abilità del bambino: parliamo quindi di un programma individualizzato e flessibile, nell’ambito delle potenzialità e delle capacità stesse del piccolo.

Solo rinforzi positivi o anche punizioni?

Alcuni programmi prevedono l’utilizzo esclusivo di un tipo di ricompensa positiva. Uno studio che metteva a confronto questa tipologia con una che includeva anche la presenza di punizioni, ha mostrato una maggior efficacia della prima, in quanto l’educatore era più attento a lodare le azioni corrette. Tuttavia ciò non toglie che l’utilizzo di sistemi punitivi sia efficace qualora si vogliano sopprimere comportamenti scorretti, anche se spesso la reazione è di ribellione o protesta.

Si ha un mantenimento dei risultati anche senza più un rinforzo?

Solitamente un programma statico, in cui ad un singolo comportamento corrisponde un rinforzo (positivo o negativo), ha un efficacia di mantenimento bassa un volta terminato. Se non c’è più alcuna ricompensa il bambino non avrà più un motivo per continuare ad agire correttamente. Per questo sono stati ideati programmi per livelli graduati, che permettono di passare da un livello all’ altro attraverso l’acquisizione di competenze sempre più complesse. Il livello più alto nella scala prevede la sospensione di qualsiasi tipo di rinforzo: a quel punto il bambino avrà imparato a mantenere un certo standard nel comportamento senza bisogno di una ricompensa esterna.

David Polezzi

David Polezzi

David Polezzi è Psicologo – Psicoterapeuta e Professore a.c. di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione.

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