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I “permessi per allattamento” come funzionano per mamma e papà?

da Famiglia e lavoro

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Al rientro dalla maternità le mamme, ma anche i papà, si chiedono come funzionano i riposi giornalieri. Si tratta dei permessi comunemente denominati “permessi per l’allattamento”. Ce lo spiega nel dettaglio l’Avvocato Simona Fontana, specializzata nella conciliazione famiglia e lavoro.

Cosa sono i permessi per l’allattamento per il primo anno di vita del bambino

Il decreto legislativo n. 151/2001 “Testo Unico sulla Maternità e Paternità” riconosce alle lavoratrici dipendenti la possibilità di usufruire nel corso del primo anno di vita del proprio bambino di due periodi di riposi giornalieri (anche cumulabili durante il giorno). Il riposo, invece, è uno solo quando l’orario giornaliero di lavoro è inferiore a sei ore.

Casi particolari per bambini adottati o in affidamento e parti gemellari

Tali risposi giornalieri spettano anche se il bambino è stato adottato o è in affidamento. I riposi per allattamento raddoppiano in caso di parto gemellare o plurimo e nell’ipotesi di adozione o affidamento di almeno due bambini, anche non fratelli ed eventualmente entrati in famiglia in date diverse

E per i papà?

Quando i riposi giornalieri spettano anche al papà

La normativa di riferimento art. 39 e seguenti del d.lgs 151/2001 riconosce poi la possibilità di usufruire di questi permessi anche al padre lavoratore qualora si verifichino le seguenti condizioni:

  • nel caso in cui i figli siano affidati al solo padre;
  • in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che non se ne avvalga;
  • nel caso in cui la madre non sia lavoratrice dipendente;
  • in caso di morte o grave infermità della madre.

Tali permessi sono considerati ore lavorative agli effetti della durata e della retribuzione.

La Corte di Cassazione (Cassazione Civile, sez. lavoro, 12 settembre 2018 n. 22177) ha precisato che il padre dipendente può usufruire di tali permessi anche nell’ipotesi in cui la madre lavoratrice dipendente lavorava e percepiva l’indennità di maternità.

Cosa spetta alle lavoratrici autonome

Con riferimento, infatti, alle lavoratrici autonome in considerazione della particolare attività svolta poco compatibile con la possibilità di interrompere la propria attività lavorativa la norma prevede la possibilità di poter usufruire dell’indennità di maternità pur lavorando.

La Suprema Corte ha evidenziato che il cumulo dei due benefici (permessi giornalieri per il padre dipendente ed indennità per la madre lavoratrice autonoma) è possibile e non comporta alcuna violazione normativa.

Questo per favorire una gestione familiare e lavorativa che risponda meglio alle esigenze di tutela perseguite dalla normativa e alla volontà di entrambi i genitori di vivere la propria genitorialità.

 

Leggi anche la guida al congedo per la malattia del figlio

 

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Simona Fontana

Simona Fontana

Simona Fontana è avvocato in diritto del lavoro. Crede che sentire le esperienze di donne e mamme, conoscere le difficoltà che quotidianamente si trovano a dover affrontare nel cercare di conciliare famiglia e lavoro sia importante. Opera al servizio delle mamme con il suo progetto "Mamma che lavoro".

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