Un emendamento alla legge di bilancio o un ddl tutto nuovo: è trasversale l’intenzione dei politici di arginare il dissenso creato dalla circolare che obbliga i genitori ad andare a prendere i figli all’uscita dalla scuola media.
Genitori costretti a prendersi ore di permesso dal lavoro, code all’uscita da scuola, macchine parcheggiate sui marciapiedi, tensioni in famiglia: tutto si può dire tranne che la circolare che obbliga i ragazzi delle medie a tornare a casa scuola con i genitori non stia provocando disagi e proteste. Il caos regna sovrano, anche perché l’applicazione dell’ordinanza non avviene in modo omogeneo: alcune scuole la seguono pedissequamente, altre la ignorano. Ne abbiamo parlato qualche settimana fa nel nostro articolo ma al momento la situazione a livello pratico non è cambiata, anche se – in una atmosfera dai contorni kafkiani – la politica sta trasversalmente cercando soluzioni attuabili in grado di superare l’impasse.
Le strade percorribili in Parlamento
La soluzione potrebbe essere racchiusa nella legge di bilancio, il cui esame è cominciato ieri in Senato nella commissione relativa: l’idea, condivisa da più schieramenti politici, è di inserire un emendamento che consenta ai genitori di autorizzare con una liberatoria scritta il rientro a casa dei figli in autonomia. Perché proprio nella legge di bilancio? Perché è il primo provvedimento utile al quale le camere lavoreranno in queste settimane. Una seconda strada è il ddl che la deputata Simona Malpezzi ha annunciato di voler proporre: un breve testo nel quale, in sostanza, si afferma quanto detto prima, cioè che i genitori possono autorizzare i figli a rientrare da soli.
Restano i problemi legati ai pericoli che i ragazzi possono incontrare nel tragitto strada-scuola. In molte città l’assenza o la scarsa presenza di piste ciclabili, il traffico, gli attraversamenti pedonali insicuri, i mezzi pubblici insufficienti rappresentano elementi insidiosi e rischiosi per gli studenti. Compito della amministrazioni, dunque, è quello di rendere più sicuri tali percorsi mentre scuola e famiglie hanno la responsabilità di “educare” i ragazzi a comportamenti diligenti. Anche da un punto di vista legale, la questione è tutt’altro che semplice, come precisa l’avvocato Valentina Gasparini: è un tema tanto delicato quanto farraginoso. La materia necessiterebbe di trovare una disciplina in grado di uniformare la questione superando le contraddizioni e le diverse applicazioni normative che si manifestano attualmente nelle varie regioni. Ora si tratta di attendere l’emissione del un decreto legge che ci auguriamo faccia chiarezza. Al momento, quindi, i genitori possono solo attendere e cercare di informarsi più approfonditamente possibile con gli istituti scolastici di riferimento.
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