È aperta fino al 1° luglio al Palazzo delle esposizioni Human+. Il futuro della nostra specie, una mostra che prevede percorsi e laboratori per essere fruita anche da bambini. Greta, 8 anni, ha partecipato per i Kid Pass Days a ‘Roba da robot’: ecco il racconto di questo tutto nel futuro.“

Al Palazzo delle Esposizioni a Roma è in corso Human+ Il futuro della nostra specie. Si tratta di una mostra itinerante, composta da opere selezionate e provenienti da tutto il mondo. Artisti e scienziati ci propongono una riflessione importante: quanto è positivo il contributo tecnologico nello sviluppo dell’essere umano, e quanto misura il rischio connesso a questo processo evolutivo importante, necessario e impossibile da fermare. In occasione dei Kid Pass Days, siamo andati a visitarla e mia figlia Greta, 8 anni, ha partecipato al laboratorio “Roba da robot“.

Un percorso riadattato ai bambini per spiegare un tema complicato

Quello degli artisti in mostra è un approccio denso di provocazione: un vero e proprio invito alla consapevolezza per tutti noi che viviamo questo tempo di grande mutazione. Inizialmente, la proposta rivolta ai bambini dai 7 anni in su, cioè la visita guidata e il laboratorio, mi aveva lasciata piuttosto perplessa. Non ero poi così convinta che ai bambini così piccoli potessero arrivare le riflessioni “giuste”, che le performance visive potessero essere accettate senza traumi. Il percorso espositivo presenta, infatti, scene e filmati di grande impatto visivo ed empatico. Si passa dal sangue, alla realtà virtuale cruenta, agli esemplari di umanoidi, a surreali bambini in culla, tutto estremamente realistico! Per non parlare delle vere e proprie storie incredibili, presenti nel percorso, documentate da filmati.

Accettiamo comunque, io e mio marito, di far partecipare nostra figlia Greta di anni 8, anche se restiamo diffidenti: un tema così complesso come lo si può trasmettere nella maniera più semplice ad un bambino? Arrivati sul posto, il personale didattico ha accolto i bimbi prenotati e li ha condotti lungo il percorso rivisitato appositamente per loro: non si è trattato infatti di visionare tutte le opere, alcune possono essere apprezzate solo da uno sguardo e da una mente adulta. Ho apprezzato fin da subito questa attenzione.

Comincia il laboratorio: che differenza c’è tra un umanoide e un cyborg?

I genitori, mentre i bimbi sono impegnati, sono stati liberi di visitare per conto loro la mostra, ma anche tutte le altre comprese nel prezzo del biglietto. Questo tipo di visita viene effettuata sempre la domenica mattina alle 11, e l’appuntamento per la fine del laboratorio è fissato in due ore.

Anziché andarcene in giro, però, con mio marito ci siamo appostati nei pressi del gruppo bambini per curiosare ed abbiamo avuto il piacere di ascoltare le due eccellenti guide. Devo ammettere senza indugio che il personale didattico è stato davvero all’altezza della situazione sia nella spiegazione dei concetti che nel racconto delle opere. Da genitori ci siamo finalmente rasserenati.

I bimbi hanno ascoltato in prima battuta tutte le informazioni generali riguardanti la struttura del Palazzo delle Esposizioni, il più grande polo interdisciplinare del centro di Roma. Tutti seduti in circolo hanno fatto due chiacchiere sul futuro e sul progresso, spronati dalle due simpatiche guide.

Per esempio, che differenza c’è tra un umanoide e un cyborg? Termini noti forse, già sentiti, ma non troppo usati da nessuno di noi. Un cyborg è quell’individuo umano a cui sono stati trapiantati membra o organi sintetici. Un umanoide è qualcosa che ha l’aspetto o caratteri simili all’uomo.

Per Greta era tutta una novità: noi non abbiamo ancora provato con lei giochi virtuali e non abbiamo console in casa, ma questo non ha determinato alcuna differenza con gli altri bambini. Tutti avevano nella mente concetti vaghi, ora hanno compreso perfettamente la differenza.

Nel vivo di “Roba da robot“

Il primo personaggio che i bimbi hanno potuto ammirare incuriositi è stato proprio un umanoide: Sebastiano, una scultura cinetica. Un robot ricoperto di pelle sintetica perfettamente somigliante ad un umano. La particolarità dell’opera è data dai tre bracci robotici che fuoriescono dalla schiena e che tentano di disegnare. L’uomo accoglie i robot permettendo ad essi, come a dei bambini, di giocare sulla sua schiena. Un’opera che vuole mettere in contrapposizione l’uomo e l’artificiale e che l’autore ha voluto dedicare a Leonardo Da Vinci, l’artista ingegnere.

Proseguendo, le protesi in bella mostra che ci siamo trovati di fronte ci hanno permesso di capire tanto sulla vita di tutti noi, su quella che sembra essere la normalità. E la capacità delle guide di saper comunicare ai bambini è stata spiazzante. Conosciamo la campionessa paralimpica Aimee Mullins: le protesi le consentono di correre, di vincere, di esprimersi. Le protesi come strumento di vittoria cambiano nome e diventano “gambe di ghepardo”. Ed è sorprendente come le immagini ed i video di questa splendida ragazza diventino immediatamente l’antitesi della disabilità intesa come limite. I bimbi sono stati tutti attentissimi, curiosi di conoscere la storia di questa campionessa. Nessuna tristezza per la storia di Aimee, solo tanta forza positiva nell’aria! Nella mostra ci sono tanti tipi di protesi esposte, alcune particolarmente curate, addirittura con le dita dei piedi smaltate con tanto di glitter! Il messaggio vuole essere rivoluzionario: le protesi sono ornamento di bellezza e non più una bruttura limitante.

Giocando con qualche invenzione

Tra le tante novità scientifiche che abbiamo scoperto nel corso della mostra c’è n’è una particolarmente interessante: il casco deceleratore, che offre a chi lo indossa una visione del mondo a rallentatore. In una società dove tutto scorre velocemente, immaginiamo di poter passare ad una percezione del tempo diversa: la “percezione personalizzata”. Chissà che in un futuro prossimo si possa arrivare ad una modifica della percezione del tempo universale!

I bimbi hanno potuto provare la macchina per la vista da pipistrello. Questa opera della scienza rende udibile l’ascolto degli ultrasuoni, così come i pipistrelli possono percepire il battito d’ali di una zanzara a pochi chilometri di distanza i bimbi possono sperimentare la percezione delle onde.

E tanti altri ancora i dispositivi di potenziamento creati appositamente per i bambini, come quello della giraffa che trasforma il bambino che lo indossa, immediatamente in un adulto, innalzando la prospettiva di 30 cm in altezza e riducendo le ottave delle voce! Incredibile!

La fase finale della mattinata è stato il laboratorio creativo. Ogni bimbo ha rappresentato in un disegno, ciascuno con la propria fantasia, una porzione mista tra il naturale e l’artificiale. C’è chi ha riprodotto un’ala meccanica capace di volare e nuotare, e chi un becco d’uccello con propulsore e localizzatore di fondoschiena per dare delle beccate dispettose in giro!

Abbiamo trascorso una bella mattinata di studio tutti quanti: adulti e bambini. Per chi avesse voglia di tuffarsi in un mondo che sa di surreale ma non troppo, la mostra è aperta fino al primo luglio. Per i bimbi suggerirei di non fare a meno della guida, che rende tutto più a loro portata. È importante che i ragazzi siano coinvolti in questo disegno del futuro del quale proprio loro saranno protagonisti. L’essenza è cercare di porci sempre tutti in una ottica di riflessione per essere sempre più consapevoli.