Si avvicina la mia seconda festa della mamma: in famiglia siamo refrattari a qualsiasi tipo di ricorrenza che non siano compleanni o Natale, ma la festa del papà e la festa della mamma hanno cominciato a piacerci per le sorprese che si possono inventare. Sarà anche la prima volta in cui la mia Silvia potrà rendersi conto di cosa succede: sono molto curiosa.
E ora che ho pubblicamente messo pressione al mio compagno, posso passare agli auguri che voglio condividere con le altre mamme. Condividere nel vero senso della parola: sono una parte di ciò che la maternità mi ha insegnato in questi quasi due anni. O almeno credo mi abbia insegnato. Sicuramente mi ha segnato, e mi sta segnando.
La maternità, è il cambiamento più radicale e meno netto della vita
Perché diventare madre, ma anche diventare padre, cambia davvero la vita. Ma della vita è il cambiamento più radicale e meno netto. Il “quanto” è intuibile: hai solo fatto quell’unica cosa che ti dà il senso concreto dell’espressione “per sempre”. Ma il “come” non capita da un momento all’altro, col parto o con l’agognata conferma dell’adozione: è un cambiamento fluido. Non ti rendi conto di quel che vivi finché non ti fermi a osservarti. E anche a osservare.
Auguri… alle mamme dal pianto facile, loro malgrado
Dicono che diventi ipersensibile con la maternità. C’è del vero. Per una che è giornalista, tra l’altro con un passato di cronista di nera e di giudiziaria, il cambiamento più grande è che è andato a farsi completamente benedire quel santo e sano cinismo, che mi consentiva di riportare le peggio notizie, soprattutto quelle che coinvolgevano bambini. Ora faccio fatica anche a leggerle.
E in questi giorni in cui quotidianamente riceviamo gli aggiornamenti sulla guerra in Ucraina, io penso spesso alle mamme coinvolte. Tutte le mamme. Toni Capuozzo il 18 marzo ha scritto, in questo senso, le parole migliori, con il suo “editoriale social” LA MADRE IGNOTA. Leggendolo, ho ovviamente pianto.
Auguri… alle mamme ossessionate dai ricordi
Presente. Scatto foto, faccio video, tengo un diario (su più supporti: mi devo sbrigare a uniformare la cosa, altrimenti per me sarà la fine), metto da parte biglietti, scelgo quali conservare fra giochi, disegni e vestiti etc. Non è deformazione professionale (cioè: avere la pretesa di tenere traccia di tutto), è proprio tara. la nemesi sarà se poi a mia figlia non fregherà nulla un domani di tutto questo.
Auguri… alle mamme ansiose. Cioè a tutte
La maternità ti porta ansia. Possiamo averla in misura diversa, in virtù della propria naturale inclinazione, ma ce l’abbiamo. La prima volta che sono andata da un piano all’altro della casa senza portarmi Silvia dietro, avrà avuto un mese, ho sentito dentro di me lo stesso coraggio come per una spedizione sull’Everest. E oggi mi chiedo quando smetterò di controllare se respira di notte, la volta che mi sveglio io e non mi sveglia lei…!
Auguri… alle mamme al parco
Altresì note, nella mezza stagione, come “mamme attaccapanni”. Per chi, come me, ha partorito poco dopo la fine del primo lockdown, le mamme al parco e i relativi figli sono stati anche una boccata di aria fresca: la prima socialità in veste di madre e figlia sia per me che per Silvia, in attesa del nido.
Le mamme al parco sono una categoria socio-antropologica molto interessante: difficilmente hanno un nome, basta il “mamma di”, ma si conoscono tutte. E con la leggerezza della frequentazione irregolare (oggi sì ma domani chissà: magari piove, cambiamo parco, c’è nuoto etc), sono solidali, rispettose, divertenti. Mi piacciono, e mi piace essere una di loro.
Auguri… alle mamme con le tasche
Il primo shopping che ho fatto dopo la nascita di Silvia è stato di pantaloni con tasche, non ne avevo della taglia da neomamma. Finché non fai figli non ti rendi conto di quante cose puoi fare con una mano sola, e di quanto le tasche siano “l’accessorio” fondamentale dell’abbigliamento. Dentro ci va il telefono, il ciuccio, i fazzoletti, il pacchetto di cracker aperto… Ma come fai senza?!
Auguri… alle mamme che si sentono un disco rotto
Se potessi avere un euro per ogni volta che ho detto “No in bocca” o “Un attimo”… credo che avrei già finito di pagare casa.
Auguri… alle mamme onnipotenti. Solo per i figli
Non importa quanto il padre sia presente e coinvolto nella vita dei figli, ci sono momenti in cui senza la mamma il mondo del bambino crolla. E non lo sai finché non hai figli tuoi. E questo bisogno assoluto della mamma ti spiazza. Il “bacino passa-tutto”, per esempio, esiste sul serio.
Auguri… alle lavoratrici che sono mamme
Mi è capitato di dire in passato che in questo Paese, al momento, conviene essere dipendenti da incinte e libere professioniste da madri. E lo confermo. Purtroppo. Il tema merita un approfondimento a parte, ma intanto i miei auguri vanno soprattutto a tutte quelle, dipendenti o lavoratrici autonome, che hanno subito una qualche forma di mobbing per aver generato qualcuno che un domani, tra l’altro, pagherà la pensione ai responsabili di suddetto mobbing.
I NON auguri…. alle mamme orgogliosamente multitasking
Sommessamente: la retorica della donna e mamma multitasking e del “ma tanto noi donne facciamo/dobbiamo fare tutto” fa male, fa malissimo. Anche questo tema meriterebbe un approfondimento a parte, ma per il momento vi dico solo: smettetela, per piacere. Un inizio è smettere di agire pensando che solo voi potete occuparvi bene di tutto ciò che riguarda i vostri figli.
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