No a regole e percorsi prefissati e largo invece all’ascolto delle esigenze dei propri piccoli: ecco la storia di Giulia e della piccola Iris
Giulia è una giornalista e blogger (http://seminterra.com/), toscana d’origine, vive in collina, a pochi chilometri da Bassano del Grappa (Vicenza), e da otto mesi è diventata mamma di Iris. Ma, soprattutto, ha scelto di non scegliere per sua figlia, di mettersi in ascolto e di lasciare che la natura indirizzasse il suo essere madre. Ad iniziare dal parto, che ha voluto avvenisse a casa: Giulia ricorda come all’epoca la sua nascita sia stata difficile, avvenuta con l’utilizzo della ventosa, e voleva per la propria bimba una venuta al mondo serena e non traumatica. La gravidanza era trascorsa nel migliore dei modi e, seguita da due ostetriche di Mamasté (Malo, Vicenza), che aderisce all’associazione nazionale Nascere a casa, ha affrontato il parto con naturalezza. Alcune settimane prima ha acquistato teli cerati e lenzuolini di cotone e quando la sera del 29 agosto 2014 sono iniziate le contrazioni, ha capito che era il momento: “Elena e Laura, le due ostetriche che mi hanno seguita, mi avevano avvisata: quando non riuscirai più a telefonare e a scrivere sms Iris sarà pronta a nascere”, racconta Giulia. “Loro due sono state angeli in ascolto del mio corpo e della mia bambina, discrete nella loro presenza, mi hanno sostenuta e massaggiata, consigliata. – prosegue – Poi le acque si sono rotte, intorno alle 3 del mattino, e sono arrivate le spinte: spingevo tanto e forte, ma non era mai abbastanza. Ho solo un ricordo, fortissimo e impresso nella mia mente come un sigillo: mio marito che mi sosteneva sia fisicamente che moralmente, ed Elena che mi faceva forza con le parole e calde spugnature; sentivo la sua fermezza, la sua coerenza di vera professionista in ogni sua frase, sguardo e tocco. Anche quando ho compreso che qualcosa non andava. Iris non era ben incanalata, stava facendo fatica ad uscire. E infatti è nata con il viso rivolto verso l’alto, quasi avesse fretta di vedermi, senza fare la giravolta che di solito fanno i neonati”.
La bimba non è stata lavata per favorire subito il contatto con la mamma e per preservare la vernice caseosa, che sembra abbia un effetto protettivo. Nemmeno il cordone è stato tagliato, affinché potesse veicolare ancora alla bimba il suo preziosissimo sangue, ricco di staminali emopoietiche (staminali del sangue) e di riserve di ferro: la placenta è stata trattata con del sale per conservarla e mantenuta in una borsina di cotone fino a che, dopo una settimana, il funicolo si è seccato e staccato da sé (nascita lotus).
Diventati genitori Giulia e il suo compagno Fabrizio hanno cercato di dare ascolto ad ogni segnale che Iris lanciava, assecondandolo: da subito, ad esempio, l’hanno accolta nel loro letto, dove ancora dorme, e dove rimarrà finché si sentirà serena e protetta.
Il principale nutrimento della piccola è ancora il latte materno, tuttavia mamma e papà, vegetariani, stanno sperimentando con successo l’autosvezzamento: “Inizialmente frullavo il nostro cibo e stavo attenta ad usare poco sale e aromi, – spiega Giulia – mentre ora, nonostante dei dentini non vi sia ancora nemmeno l’ombra, la nostra bambina dimostra di essere incuriosita ed apprezzare tutto ciò che prepariamo”. L’autonomia viene favorita anche con l’abitudine ad usare il vasino, già dai sette mesi (per la notte invece c’è ancora il pannolino, lavabile of course!).
Abitando in collina, ogni occasione per Giulia e Iris è buona per uscire, nella fascia di cotone o nel passeggino. E quando la mamma, che conduce corsi di panificazione naturale, cucina vegetariana veloce e trasformazione alimentare in tutta Italia, ha un impegno di lavoro, la piccola la segue. “In questo modo, anche se è ancora piccina, Iris impara a prendere confidenza con le altre persone e, allo stesso tempo, inizia a vedere scenari diversi e interessanti”. Una socievolezza che la bimba inizia ad apprendere anche quando Giulia incontra, più o meno settimanalmente, un gruppo di altre mamme e bambini per scambiarsi esperienze e consigli.
Cosa significa dunque essere “genitori natural”? Per Giulia e Fabrizio è molto semplice: vuol dire mettersi in ascolto, spogliandosi di preconcetti e paure, perché nessuno meglio del nostro bambino saprà comunicarci quali sono i suoi bisogni.
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