Cosa è la disgrafia? Quali sono le differenze con la disortografia? Abbiamo risposto a queste domande con il supporto dello specialista del Policentro Pediatrico di Milano.
Che cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento
Partiamo rispondendo a questa domanda: sono i Disturbi delle abilità scolastiche, caratterizzati da una specifica difficoltà nell’acquisizione di abilità di lettura, scrittura e calcolo che interferiscono con il normale funzionamento del bambino in età scolare.
Perché specifici? Perché interessano uno specifico dominio di abilità in modo significativo, ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Comportano spesso errori, nelle performance scolastiche, altamente caratteristici. La prevalenza è maggiore nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Questi disturbi determinano, se non individuati e compensati, conseguenze, a livello individuale, che si traducono spesso in un abbassamento del livello scolastico (con frequenti abbandoni nel corso della scuola secondaria di secondo grado) e una riduzione della realizzazione delle proprie potenzialità sociali e lavorative.
Entriamo maggiormente nello specifico: quali sono i disturbi dell’apprendimento riconosciuti in ambito clinico? In primis, la dislessia, il disturbo più frequente che comporta difficoltà di automatizzazione dei processi di lettura; la disortografia/disgrafia, ovvero un disturbo specifico delle abilità di scrittura; infine la discalculia, ossia il disturbo del codice numerico e del calcolo e dei processi logico-matematici.
Cosa è la disgrafia
Relativamente ai disturbi della scrittura (disgrafia e disortografia) quali sono le differenze? Cosa mi devo aspettare? Sebbene la disgrafia venga spesso confusa o assimilata alla disortografia, sono difficoltà notoriamente differenti. Nonostante entrambe siano disturbi dell’apprendimento della scrittura, la disgrafia è un deficit di natura motoria (coinvolge cioè processi di realizzazione grafica e del gesto/tratto grafico); la disortografia è un deficit nei processi di cifratura della scrittura, coinvolgendo quindi la componente linguistica. (Fonte: Consensus Conference, 2007).
I campanelli d’allarme della disgrafia
Relativamente alla disgrafia (disturbo specifico della scrittura di natura grafomotoria, in termini pratici, scrittura poco leggibile): quali sono i campanelli d’allarme? Cosa posso notare precocemente? I testi scritti da un bambino disgrafico risultano poco leggibili, anche per il bambino stesso. Le parole appaiono spesso disallineate rispetto alla righe e le singole lettere hanno grandezze diverse. La disgrafia comporta inoltre una significativa “lentezza nello scrivere”. Come conseguenza, la scrittura prolungata nel tempo per un bambino disgrafico può risultare molto faticosa. Altri elementi a cui prestare attenzione sono: eccessiva pressione sul foglio; alterata distribuzione spaziale nel rigo o nella pagina; parole e righe fluttuanti; eccessiva lentezza di scrittura; scatti, interruzioni nel tratto, variabilità della distanza delle parole; variabilità dei grafemi, ricalco o sovrapposizioni parziali delle lettere.
Come valutare se il bambino è disgrafico: dove e quando fare il test
Attenzione: se una scrittura è lenta o disordinata non significa necessariamente che il bambino sia disgrafico. Per capire se si è di fronte a una pessima grafia, un deficit intellettivo o un disturbo dell’apprendimento è infatti necessaria una valutazione psicodiagnostica specialistica in un centro autorizzato, pubblico o privato, in cui sia presente un’equipe multidisciplinare composta da: Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista. La diagnosi di discalculia-disgrafia non può essere siglata prima della fine del 3° anno della scuola primaria.
Sotto un esempio della scrittura di un bambino con disgrafia.
Cosa è la disortografia
La disortografia invece è un disturbo specifico della scrittura di natura linguistica che comporta specifici errori di natura ortografica. Ci sono due tipi specifici di errori: errori fonologici (sono tutti gli errori in cui non è rispettato il rapporto tra fonemi e grafemi); errori non fonologici: sono gli errori nella rappresentazione ortografica (visiva) delle parole senza commettere errori nel rapporto tra fonemi e grafemi.
I campanelli d’allarme della disortografia
Vediamo qualche esempio di errori specifici, per capire meglio:
Esempi di Errori fonologici
- scambio di grafemi
es. brina per prima / folpe per volpe - omissione e aggiunta di lettere o di sillabe
es. taolo per tavolo / tavolovo per tavolo - inversioni
es. li per il / bamlabo per bambola - grafema inesatto
es. pese per pesce / agi per aghi
Esempi di errori non fonologici
- separazioni illegali
es. par lo per parlo / in sieme per insieme / l’avato per lavato - fusioni illegali
es. nonevero per non è vero / lacqua per l’acqua / ilcane per il cane - scambio grafema omofono
es. squola per scuola / qucina per cucina - omissione o aggiunta h
es. ha casa per a casa / lui non a per lui non ha - Esistono poi altri tipi di errori meno frequenti:
- omissione e aggiunta di accenti
es. perche per perché - omissione e aggiunta di doppia
es. pala per palla
Sotto un esempio della scrittura di un bambino con disortografia.
Come valutare se il bambino è disortografico: dove e quando fare il test
Anche per la disortografia è necessaria una valutazione psicodiagnostica specialistica in un centro autorizzato, pubblico o privato, in cui sia presente un’equipe multidisciplinare composta da: Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista.
Infine relativamente ai tempi corretti per eseguire valutazione e diagnosi ricordiamoci che: la diagnosi di dislessia-disortografia non deve essere effettuata prima della fine del 2° anno della scuola primaria, mentre la diagnosi di discalculia-disgrafia non può essere siglata prima della fine del 3° anno della scuola primaria.
Il profilo del dott. Federico Raviglione del Policentro Pediatrico di Milano
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