A Firenze la mostra Da Kandinsky a Pollock, fino al 24 luglio, permette di passeggiare tra gli artisti più significativi del Novecento: la presenza di colori vivaci, stili innovativi e opere d’arte che sembrano giochi fanno amare questa mostra anche ai bambini più piccoli. Ecco il racconto della nostra Kid Pass Reporter Katia
Kandinsky è un artista che, con i suoi colori vivaci e le forme regolari, piace d’istinto ai bambini che provano sempre a riprodurre un disegno cosi vicino al loro modo di vedere la realtà: perciò ho pensato che la mostra Da Kandinsky a Pollock, la grande arte dei Guggenheim a Firenze potesse essere un bel pretesto per passare un weekend in una città come Firenze che tanto amo e che mai ci si può stancare di visitare. Tuttavia, io che ho imparato ad apprezzare l’arte di questo periodo solo in età matura, da mamma, attraverso gli occhi dei miei figli non avrei mai pensato che questa mostra potesse emozionarmi cosi tanto.
Una guida su misura
La mostra è ospitata nel bellissimo Palazzo Strozzi e offre anche una visita guidata per bambini con laboratorio: purtroppo per noi avevano esaurito i posti disponibili per i giorni scelti. Cercando una guida esperta in attività per bambini, ho avuto la fortuna di contattare la bravissima Rachel Valle di “Il giardino di Rachel”. Con Rachel, al telefono, è subito feeling e, arrivati a Firenze, scopriamo che non solo Rachel è la persona giusta, ma è veneziana come noi e come la famosa collezionista Peggy Guggenheim, che il suo babbo conosceva personalmente. Inizia cosi la nostra immersione a ritmo incalzante attraverso dipinti, sculture, fotografie portati per mano da Rachel che ci mostra in un percorso inedito l’arte delle neoavanguardie europea ed americana del secondo dopoguerra, vista attraverso gli occhi dei due collezionisti Peggy e Solomon Guggenheim. Rachel ci racconta la vita degli artisti, il loro contesto storico-politico, il rapporto con i collezionisti per darci modo di capire ed entrare nella realtà criptica dell’arte moderna, il tutto condito da divertenti aneddoti personali che ci hanno fatto sentire davvero intimi di Peggy Guggenheim.
Il percorso
Avanziamo tra le sale, ci soffermiamo, guardiamo, sentiamo e ci emozioniamo: arrivati alla fine quasi ad occhi chiusi, per interiorizzare il più possibile, ci accorgiamo di aver avuto la possibilità di vedere in un unico contesto tante, tantissime opere di artisti del calibro di Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray, Pablo Picasso e dei cosiddetti informali europei come Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a grandi dipinti e sculture di alcune delle maggiori personalità dell’arte americana degli anni cinquanta e sessanta come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly. Salutiamo la nostra Rachel con la promessa di tornare a Firenze per fare un’altra esperienza tra le tante che propone alle famiglie e strappandole la promessa di una vista guidata al ghetto di Venezia la prossima volta che tornerà a casa. E i bambini? Beh Edoardo e Ludovico (4 e 7 anni) sono stati quasi ipnotizzati dal susseguirsi di colori e movimenti, sicuramente non avranno colto le implicazioni storiche sociali e politiche sottese alla mostra, ma da qualche giorno la nostra casa è letteralmente invasa da sculture simil Calder e il mio pavimento paga gli esperimenti di pittura con corda perciò penso che ne sia valsa la pena!
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