Dal mio primo Cammino di Santiago di dieci anni fa, potevo portare con me qualche dubbio e incertezza nell’affrontare quest’avventura con i bambini, ma ora posso tranquillizzare chi come noi vuole vivere questa esperienza in totale sicurezza. Prima, di iniziare a raccontare, ci tengo a precisare però, che i miei pequenos peregrinos sono abituati da quando erano piccoli a camminare nei sentieri tra boschi e montagne. Ogni estate per noi la vacanza, ha profumo di resina e legno, colori dei fiori, azzurrissimo del cielo e verde dei prati. Zainetto e scarponcini ai piedi obbligatori, odiatissimi e pesantissimi se li sostituisci con i sandaletti usati per scorrazzare con il caldo estivo. Gli ho sempre insegnato il rispetto per la montagna, di mantenere nei suoi riguardi un briciolo di paura che si traduce in prudenza, ed io in primis, ho rispettato in ogni sentiero percorso, i loro bisogni e tempi. Anche quando non si riusciva ad arrivare in rifugio, ma sceglievamo di fermarci lungo il cammino, avevo sempre con me tutto il necessario per un pic nic confortevole. Sempre con me un abbigliamento adeguato e non improvvisavo mai avventure se il tempo non lo permetteva. Allo stesso modo quando abbiamo deciso di intraprendere il Cammino con i bambini abbiamo cercato di mediare entusiasmi e preoccupazioni. Questa premessa, è per sottolineare che il cammino è di tutti e per tutti, ma nella giusta misura tra il rispetto per i luoghi che visitiamo e per chi ci accompagna…soprattutto se sono bambini. Perciò se i vostri bimbi non sono grandi camminatori, magari, è meglio ripensare al Cammino l’anno prossimo dopo un po’ di allenamento ed energia in più.
Un motivo per fare il Cammino di Santiago
Ognuno sceglie di fare il cammino per un motivo personale, che sia di carattere religioso ripercorrendo la strada che porta i passi e le preghiere d’infiniti pellegrini, o sia di crescita personale, o come esercizio fisico…non spetta a nessuno (in questa come in tante altre occasioni) dare giudizi. Non saprei dire quale sia stato il momento preciso (e non per una memoria poco indulgente) che io e mio marito abbiamo deciso di intraprendere il Cammino per Santiago la prima volta, semplicemente perché l’idea è nata in noi senza che ce ne rendessimo veramente conto. Avevo iniziato a leggere alcune esperienze in internet (che allora non erano numerose come oggi) e il desiderio di conoscere il territorio, la rilevanza storica e religiosa del Cammino, ritrovare più tempo per me, per ascoltare i miei pensieri e la cadenza ritmica e serena del mio cuore, hanno preso il sopravvento. E così, una volta richiesta la Credenzial, il nostro viaggio è iniziato…in tanti sensi. Siamo tornati dopo dieci anni dal nostro primo ingresso a Santiago de Compostela, e dal nostro primo abbraccio a San Giacomo in cattedrale. Siamo tornati tutti insieme per ringraziare la vita, il dono ricevuto e il cammino fatto fin qui. Mamma e Papà “quarantenni in gamba!”, Peregrina di 8 anni e fratellino di 7 anni.
Alcune letture che ci hanno emozionato, divertito, incuriosito, convinto
La letteratura e le guide del Cammino di Santiago si sono moltiplicate nel tempo. Così come i servizi ai pellegrini e le infrastrutture nei luoghi che il cammino attraversa. E’ davvero difficile partire all’oscuro di tutto, di quello che accadrà, di come si sarà accolti dagli abitanti del posto e dagli altri pellegrini, ignari dei km e delle tappe che vengono suggerite…Internet ha già creato una fitta rete di rapporti tra chi sogna il cammino in futuro, chi lo sta percorrendo, e chi nostalgico lo ricorda, dando consigli pratici e foto. Partire disinformati ormai diventa solo una scelta personale.
Una breve selezione di libri suggeriti si può trovare a fine articolo. Qui il sito web di riferimento del Cammino di Santiago.
Come organizzare il Cammino di Santiago con i bambini
Per registrare il percorso con i timbri: Credenzial y Compostela
Come prima cosa, soprattutto se non si intende partire da Saint Jean Pied de Port (Francia) o da Roncisvalle, conviene richiedere a una delle associazioni che la forniscono, la Credenzial (noi l’abbiamo richiesta alla “Confraternita di San Jacopo di Compostela” – Centro Studi Compostellani di Perugia). La Credenziale è un documento di viaggio che accompagna sempre il pellegrino, serve ad attestare la sua identità e una volta apposti i timbri (sello de goma) durante il cammino, dimostra il percorso fatto. Apporre i timbri nei luoghi dove si pernotta, dove si mangia o nelle piccole chiesette che s’incontrano, oltre ad essere un divertente passatempo per i bambini, sono testimoni della scelta di percorrere il cammino a piedi, in bicicletta o …a cavallo. Arrivati a Santiago, le autorità predisposte per il rilascio della Compostela (può essere ritirata esclusivamente presso l’Oficina del Peregrino, che si trova in Rúa das Carretas 33) verificheranno la presenza dei selli sulla vostra Credenziale. La Compostela è consegnata a tutti i pellegrini che hanno percorso almeno 100 chilometri a piedi o 200 chilometri se si sceglie di fare il Cammino di Santiago in bicicletta. L’attesa non è più lunga come tanti anni fa, e i bambini hanno saputo trattenere il loro entusiasmo chiacchierando tra loro e con le disponibili “guardie” che hanno prontamente risposto alle loro domande formulate in uno spagnolo strampalato immagazzinato grazie ai tanti incontri di questi dieci giorni di pellegrinaggio.
Tutto il necessario da portare compresi i colori
Che si parta da soli o come nel nostro caso, con i bambini, l’elenco delle cose utili è pressoché invariato.
Lo zaino.
Anche per la scelta dello zaino in internet si trovano consigli su marche, modelli, pesi e misure. Cosa ne penso io? Il vostro bello zaino con il quale avete già viaggiato in altre occasioni e che con voi non ha segreti, va benissimo! Mentre stai camminando e devi trovare una delle 100 cose che i bambini ti chiedono, riuscirci subito perché sai perfettamente dov’è, ti permette di salvaguardare un po’ di serenità! L’importante è cosa viene messo all’interno e il peso finale. Zainetto leggero in spalla anche ai bambini, li fa immedesimare nel ruolo di pellegrino, e li aiuta ad avere sempre a disposizione la propria riserva d’acqua.
Scarpe/scarponi.
Anche in questo caso, la scelta deve orientarsi a mio parere su un paio di calzature alle quali si è già abituati, per non incoraggiare la nascita di vesciche, che con molta probabilità prima o poi si avvertiranno. Se non si possono evitare, meglio almeno ritardare il più possibile il loro arrivo! Lo scarponcino inteso come elemento tecnico da montagna, con la caviglia chiusa e protetta, può essere necessario nel primo tratto del cammino francese (per attraversare i Pirenei) ma successivamente possono essere sufficienti delle scarpe da trekking. Io ai piedi dei miei bimbi ho affidato delle scarpe comode con le quali erano già abituati a correre e saltare…e zero vesciche!
Abbigliamento e cambi.
Lasciati a casa gli abiti da festa e da farfallina (la mia pellegrina ci teneva tanto…ma ahimè) due sole parole: pochi e pratici. Tre cambi dalla a alla z, sono sufficienti. Senza creare disgusto! Perché appena si arriva alla fine della tappa giornaliera, saponetta in mano, acqua fresca e via…tutti, e intendo anche i bambini. Ci si lava quello che si è indossato. Pratico e veloce, economico ed istruttivo.
Da non dimenticare: cappellino, borraccia, cerotti, spazzolino e dentifricio, saponetta (in tanti link in internet potete trovare elenchi esaustivi), io consiglio di non dimenticare penna/matita e una scatola di colori, un quaderno per disegnare e carte da gioco. Sicuramente faranno bambini e genitori felici di trascorrere insieme il relax post camminata, in attesa della cena. Vi posso assicurare che stare insieme e godere di tutto quello che finalmente il tempo ci regala basta e avanza. I miei bambini hanno giocato per una mattina intera, camminando con una coccinella nelle mani. Hanno fantasticato di essere fotoreporter in missione come Tea e Geronimo Stilton e assediato di domande e curiosità, noi, i pellegrinos che incontravamo e chi ci ospitava.
La scelta del Cammino Francese: Tappe e percorrenza con i bambini
Noi abbiamo scelto di percorrere il Cammino Francese che nei suoi 780 km circa (escludendo l’arrivo a Fininsterre) attraversa le regioni di Aragona, Navarra, La Rioja, Castiglia e León e Galizia. Della prima esperienza conserviamo i bellissimi ricordi del cammino da Leon a Santiago, ma con i bambini abbiamo deciso di partire da Sarria nella provincia di Lugo, percorrendo gli ultimi 100 km fino a Santiago. Indubbiamente è la parte del Cammino più frequentata, ma diciamo la verità, a parte due bambini piccolissimi tedeschi di 9 mesi e 2 anni e una famiglia italiana con due ragazzi di 10 e 14 anni, di bambini oltre ai miei peregrinos non ne abbiamo incontrati. Purtroppo avendo iniziato il cammino i primi giorni di giugno, quando per noi era finita la scuola, ma non per i bambini spagnoli, è stato impossibile fermarci a giocare con qualcuno di loro. Niente paura! In nostro soccorso sono venute le bellezze e le particolarità dei posti, l’accoglienza tipicamente solare degli spagnoli e la fantasia innata di tutti i bambini.
Un passo dopo l’altro fino a 14 km in un giorno
Le tappe giornaliere per noi adulti possono essere molto più lunghe ed articolate, ma consapevoli che il nostro era un cammino di famiglia, ci siamo adattati ai tempi e ai bisogni dei nostri bimbi. Ogni giornata è stata scandita dal camina despacio lentamente e dall’osservare tutto ciò che ci circonda. Non ci sono sfuggite al pascolo le mucche galiziane dal manto rosso e le corna lunghissime, gli alberi secolari che nel tronco creano delle vere e proprie sculture di arte de la naturaleza, i boschi di eucalipto, i ruscelli che scorrono sotto ponti millenari, i tori al sole, e tante altre meraviglie. Di mattina si partiva con una buona colazione gustata nell’albergue che ci aveva ospitato. Il tempo meteorologico galiziano può scoraggiare alle prime luci dell’alba perché spesso il sole è nascosto dalle nuvole e una nebbia accompagna i primi km lasciandoti ancora perpetuare tra sogno e realtà. Le nostre tappe non hanno mai superato i 14 km giornalieri e tra pause merenda, foto, chiacchere e succhi di frutta freschi, duravano dal mattino al pranzo o al primo pomeriggio.
Un breve esempio della suddivisione a tappe così come l’avevamo progettata da casa:
Da Sarria A Ferreiros – 13,1 Km
Da Ferreiros A Portomarin – 9,1 Km
Da Portomarin A Castromaior – 9,2 Km
Da Castromaior A Eirexe – 8,0 Km
Da Eirexe A Palas De Rei – 7,7 Km
Da Palas De Rei A Melide – 14,4 Km
Da Melide A Arzua – 14,3 Km
Da Arzua A Salceda – 11,1 Km
Da Salceda A O Pedrouzo – 9,4 Km
Da O Pedrouzo A A Lavacolla – 9,9 Km
Da A Lavacolla A Santiago De Compostela – 10,2 Km
In verità dei fatti, a causa di alcuni imprevisti siamo stati costretti a saltare un paio di tappe sollevati dall’aiuto di qualche hotelero. Abbiamo dovuto fare i conti con la presenza di un concerto sul monte Gozo, che ha reso difficile, se non pressoché impossibile il soggiorno a Santiago nelle date prefissate. E’ stata una sfortunata fatalità che in altri periodi dell’anno (o semplicemente la settimana successiva) non ci avrebbe ostacolati. Per il resto gli imprevisti possono essere quelli comuni a tutte le vacanze…con tanto di scongiuri annessi alla partenza. Ma prima di partire informatevi su tutti gli eventi mondani, decidendo così se parteciparvi oppure no.
Dove dormire tra Albergue e ostelli del Pellegrino
Quando a fare i conti di dove, come e quanto dormire si è tra soli adulti, ogni soluzione, anche la più pratica o la più economica può andare bene. Ma quando si sceglie anche per il bene dei bambini, bisogna guardare a ciò che è più adeguato ad accoglierli, nel rispetto di tutti. Non ne faccio una questione di pulizia delle strutture ricettive, perché in nessuna esperienza mi è capitato di essere scontenta dell’ordine e dell’igiene. Va valutato, però, che i bambini fanno i “capricci” e gli uomini di una certa età russano e metterli insieme a dormire in un letto a castello, specialmente se non si conoscono non è il massimo.
Alcune strutture dove abbiamo soggiornato sentendoci come a casa, grati per l’ospitalità e la gentilezza:
Morgade – Casa Morgade – Morgade, Lugo, Spagna
Castromajor – Casa Maruja Lugar Castromaior,8 Lugo e nel ristoro Bar O’Castro
Palas de Rei – Paso de Formica – Camino de Santiago, km. 71, Palas de Rei – Lugo,
Melide – O Conto appartamento Rua Rocamador, 4 bajo Melide
Arzùa – Apartamentos Luisa – Rua Alcalde Juan Vidal 4-6 – Arzùa
Menu: cosa e dove si mangia?
“Io voglio/vorrei” non sono nel menu, si mangia quello che ci offrono, quello che si può cucinare e i prodotti del posto. Un panino con Jamon Serrano, un piatto Caldo Galego, o di Pulpo Galego (un po’ piccantino ma si può richiedere una versione menos picante) Churros a colazione con marmellata, cafè y leche e biscotti artigianali, dulces tipico come la Tarta de Santiago. E da bere per mamma e papà ovviamente Cerveza, ClaraLemon e Sangria. Se proprio non si riesce ad adattare il palato, nei mercados si può trovare tutto quello che si avvicina alle nostre preferenze e abitudini, ma rimane un vero peccato non approfittare della cucina spagnola!
A Melide si trova una delle più famose Pulperie della Galizia. Pulperia da Ezequiel in centro lungo l’Avenida Lugo. Un luogo di ritrovo dei pellegrini, quasi obbligato, che sentendo avvicinarsi la meta finale hanno il piacere di ritrovarsi per una cena originale sotto molti aspetti: l’ambiente, il buon cibo, l’euforia di poter condividere tanti ricordi, consolidando le nuove amicizie.
Cose da vedere assolutamente
Horreos
Camminando per la Galizia vi chiederete sicuramente cosa sono quelle costruzioni adiacenti alle case, fatte di legno e pietra, e sopraelevate dal suolo mediante pilastri. Sono i tipici Hórreos gallegos, una forma d’architettura rurale galiziana destinata a conservare i raccolti diventando un elemento caratteristico del paesaggio. Si dice che non ne esistano due di uguali e che le famiglie benestanti in passato, vantassero il loro Horreo più grande di quello delle altre famiglie.
Furelos
Pochi chilometri prima di Melide, arrivando al piccolo villaggio di Furelos, si attraversa il “ponte velho” (ponte vecchio in galiziano) sotto il quale scorre l’omonimo rio. E’ un ponte medievale con quattro arcate, recentemente restaurato perdendo, ahimè, un po’ del suo fascino originario. Subito dopo il ponte, se siete fortunati, è possibile trovare aperta la chiesetta di San Xoán de Furelos dove ad accogliervi, troverete Cristo de la mano tendida. Un crocefisso ligneo con la mano destra tesa verso il pellegrino che gli si accosta, sembra, a suo modo, esortarlo alla speranza di ritrovare la forza per continuare il cammino, qualunque esso sia.
La Porta do Camino e La Cattedrale di Santiago
Sono arrivata davanti alla Cattedrale due volte. La prima volta, ho varcato la Porta accompagnata dal suono della Gaita (la Gaita galiziana o gaita de fol è la cornamusa tradizionale utilizzata in Galizia e in Portogallo) suonata da un amico pellegrino, la seconda a mano dei miei bambini. L’emozione che si prova, si prova tutti insieme, è di tutti. Puoi leggerla nei volti dei tuoi compagni di cammino, ma anche nel volto del pellegrino che hai accanto. E gioisci del tuo traguardo, gioisci del traguardo di chi sta arrivando come fosse il tuo. Da qui si riparte consapevoli: “Ce l’ho fatta, sono qui, le mie forze mi hanno aiutato, convinto, sorretto”. Da qui si riparte, anche un po’ confusi, in un limbo tra passato e futuro tutto da scrivere ma di certo grati alla vita.
Botafumeiro
Non si conosce la data esatta di creazione di questo rituale ormai famoso. Nonostante questo, si ritiene che le sue origini siano molto antiche, risalenti al dodicesimo o tredicesimo secolo. Il Botafumero è un grande incensiere (60 kg x 1,60 di altezza) che legato con spesse catene, è manovrato e fatto oscillare (descrivendo un arco di poco più di sessanta metri e raggiungendo velocità fino a settanta chilometri l’ora) da otto persone chiamate tiraboleiros all’interno della Cattedrale di Santiago. E’ possibile vederlo durante le celebrazioni solenni e il venerdì durante la messa serale, che è conosciuta come la Messa del Peregrino. In passato era utilizzato per ricoprire gli odori dei pellegrini che avevano trovato rifugio nella cattedrale, oggi invece la sua funzione sicuramente è quella di completare un momento d’intima preghiera, e farci rimane tutti quanti con il naso all’insù.
Altre cose da sapere
Spille da balia, spago, mollette vi potrebbero servire; non tanto per rammendare i vostri abiti, ma perché a volte nelle strutture gli spazi dove poter stendere le cose al sole sono già occupati e bisogna in qualche modo inventarsi altri posti dove appenderle.
Il servizio di trasporto bagagli
Se vedete passeggiare un pellegrino con una versione mini dello zainetto, non pensiate che sia stato più bravo di voi a farci stare tutto dentro. Semplicemente ha adottato un nuovo servizio. Già dieci anni fa era presente il trasporto zaino alla tappa prefissata e alla struttura scelta… (certo, però dovevi essere sicuro di arrivarci). Nel tempo questo servizio ha raggiunto ampia diffusione (talmente tanta che mi è capitato di vedere persino il trasporto di valige e trolley) così da essere una possibilità consolidata ed accettata. In passato, invece, rischiavi che la struttura alla quale recapitavi il tuo zaino non ti mettesse nemmeno il timbro. Perciò se volete beneficiarne, basterà che prendiate contatto con uno dei tanti pulmini che offrono il trasporto della vostra muchilla.
Le punture di cincias.
Anche se hanno un nome simpatico a volte, possono essere tutt’altro che amichevoli. Sono le famigerate cimici da letto, che nonostante la pulizia delle strutture, possono essere ospiti indesiderati. Ma niente paura non sono pericolose. Se sei punto, nel giro di qualche giorno la pelle farà reazione alla puntura presentando rigonfiamento e rossore e tanto prurito. Nel caso di reazioni insolite o non vi sentiate tranquilli, in quasi tutti i maggiori centri (Sarria, Palas de Rei, Melide, Arzuà, Pedrouzo) potete chiedere un consiglio medico e assistenza al pellegrino (questo vale per ogni emergenza medica). Io, nonostante utilizzassi il mio sacco a pelo, il mio sacco lenzuolo, facessi arieggiare lo zaino e tutto il suo contenuto, sono stata punta due volte. I miei famigliari sono rimasti indenni. Sicuramente perché io sono più dolce di loro!
Prenotazione delle strutture oppure no.
Anni fa, vigeva il motto: “Chi prima arriva prima alloggia”, e non era possibile prenotare. Ormai la reserva, cioè la prenotazione è all’ordine del giorno. E posso dire, che avendo dei bimbi al seguito è stata una felice sicurezza.
Che scegliate la via più lunga o quella più corta, che scegliate di camminare, correre, saltare, che preferiate l’autunno o la primavera, che partiate domani o tra qualche anno, da soli o con i vostri bambini, qualunque sia il cammino, nel vostro cammino Utreya!, andate oltre!…e un augurio da pellegrino a pellegrino: Buen Camino!
Letture consigliate per preparare il cammino
“Guida al Cammino di Santiago de Compostela – Oltre 800 chilometri dai Pirenei a Finisterre” – di Alfonso Curatolo, Miriam Giovanzana – Terre di mezzo Editore.
“A Santiago lungo il Cammino Portoghese – Con le varianti per la costa e per Fatima” Giovanni Caprioli Irina Bezzi Luciano Callegari – Terre di mezzo Editore.
“Sulla strada di Santiago. Consigli, informazioni, esperienze di un pellegrino da Roncesvalles a Compostela” di Massimo Cardoni – San Paolo Edizioni.
“Il cammino di Santiago” di Paulo Coelho ed. La nave di Teseo.
“Volevo solo camminare” di Daniela Collu – Vallardi Editore.
“Come sopravvivere al cammino di Santiago” di Fabrizio Ardito – Edificio Editore.
Gruppo di Cammino di Santiago – Emozioni – Facebook.
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